testata
testata

RINNOVARE I CONTRATTI PUBBLICI PER RILANCIARE LA QUALITÀ DEI SERVIZI AI CITTADINI

La pre-intesa sul contratto di lavoro dei dipendenti delle Funzioni Centrali è il primo passo per il rinnovo di tutti i contratti pubblici. È bene ricordare che questa tornata contrattuale arriva dopo ben 9 anni di blocco contrattuale ed a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale. Questo contratto che verrà sottoposto al voto dei lavoratori rappresenta il tentativo di aprire una nuova fase nelle pubbliche amministrazione, dato il totale fallimento della cosiddetta riforma Brunetta che è servita solo a tagliare i salari e non ha introdotto alcuna innovazione.

In questo contratto si prova ad affrontare il tema della valutazione e del merito in modo più serio del passato a partire dal fatto che l’obiettivo non è punire i lavoratori ma migliorare i servizi ai cittadini. Dal nostro punto di vista si apre una stagione in cui la valutazione servirà sia a determinare le retribuzioni che soprattutto a valutare il sistema pubblico e la sua efficienza. Nella stagione Brunettiana la valutazione è stata utilizzata esclusivamente per colpire i lavoratori e, in alcuni casi, ad intimidirli per piegarli alle volontà della politica. Abbiamo assistito ad una propaganda generalizzata per colpire tutti quando invece andavano cacciati i “fannulloni" e non delegittimati migliaia di lavoratori onesti come ad esempio le educatrici delle scuole, gli impiegati di moltissimi uffici comunali o gli infermieri che lavorano 7 giorni su 7 coprendo le 24 ore. L’aumento economico di 85 euro lordi medi non rappresenta certo un “risarcimento" per il blocco di questi anni ma è un primo passo per riconoscere i giusti aumenti salariali come avvenuto in tutti questi anni, con dinamiche differenti a seconda dei settori, nel mondo del lavoro privato. L’aumento riguarderà, una volta chiusi tutti i contratti, migliaia di lavoratori e non potrà che essere un elemento positivo per tutta l’economia del nostro territorio.

In questo contratto si introducono diritti precedentemente cancellati o se ne inseriscono di nuovi. In particolare su permessi e congedi vengono introdotte tutele importanti, sia per l'espletamento di visite, terapie ed esami diagnostici sia alle donne vittime di violenza alle quali, dopo i tre mesi di congedo previsti dalla legge, il contratto garantisce altri tre mesi di aspettativa.

Anche sul fronte delle assenze con questo contratto si andrà a valutare le assenze medie del settore di appartenenza e anche le assenze ripetute a cavallo delle festività o dei fine settimana. Si fa questa scelta proprio per dare il messaggio chiaro ed univoco che l’obiettivo è punire chi fa il furbo per premiare la maggioranza di lavoratori onesti.

Con questo contratto non si risolvono tutti i mali delle pubbliche amministrazioni ma si fa un indubbio passo avanti per rilanciare il sistema a livello territoriale dando al secondo livello di contrattazione, quello più vicino ai cittadini, la facoltà di innovare il sistema, di costruire sistemi che sappiano fare efficienza anche nel rapporto con l’utenza e costruire una “macchina pubblica" con profili professionali che, adeguatamente formati, rispondano alle esigenze dei cittadini e del mondo delle imprese.

Non possiamo che giudicare surreali le critiche di questi giorni da parte di alcune categorie economiche e non vorremmo che l’obiettivo sia, ancora una volta, quello di indebolire i servizi pubblici per privatizzarli. Servono senza alcun dubbio amministrazioni efficienti per sostenere il nostro sistema produttivo che però non può vedere il pubblico come una massa di inefficienza e regole, magari per incentivare grandi appalti oppure per indebolire servizi fondamentali come quelli di vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Troppo spesso si sottovalutano anche le responsabilità politiche della credibilità delle pubbliche amministrazioni e del loro funzionamento che viene addebitato ai lavoratori, quando invece bisognerebbe chiedere il conto a chi governa nel territorio che anziché investire sul personale dipendente preferisce investire su collaboratori scelti dalla politica che vengono anche lautamente remunerati a spese di tutti i cittadini.

Come Cgil forse in passato non abbiamo avuto il coraggio di dire con la dovuta forza che la pubblica amministrazione va resa più efficiente ed innovativa proprio nell’interesse delle fasce più deboli della popolazione che i servizi, o i diritti, non possono certo comprarseli di tasca loro come, se non si interverrà presto, rischia di avvenire per il nostro sistema sanitario.

Come Cgil non possiamo che auspicare, vista la fase politica, una rapida chiusura del contratto delle Autonomie Locali e della Sanità con le adeguate risorse da parte del Governo nazionale in modo da non mettere in difficoltà i bilanci degli enti territoriali. Serve completare il percorso di rinnovo anche dando risposte specifiche a figure professionali come le educatrici delle scuole, la polizia locale ed anche una riorganizzazione e rivisitazione dei profili professionali in modo che siano più rispondenti alle nuove necessità del nostro sistema socio sanitario. Per Venezia sarà anche molto importante il pieno riconoscimento del personale delle Ipab che si vede applicato il contratto degli Enti Locali pur svolgendo da moltissimi anni funzioni socio sanitarie che non possono essere trattate, normative ed economicamente, in modo diverso rispetto ai lavoratori della sanità.

Per tutte queste ragioni crediamo serva lanciare un appello a tutte le forze sociali del territorio affinché si costruisca realmente una riflessione sulla qualità dei nostri servizi. È necessaria un’alleanza nel territorio che metta insieme sistema produttivo e pubbliche amministrazioni perché si costruiscano le condizioni per migliorare la qualità dei nostri servizi pubblici che sono un patrimonio di tutta la comunità.