Venezia, 10 novembre 2020 - Sembra continuare in maniera inarrestabile la crescita dei contagi nelle RSA venete, con numeri che oramai vanno ben oltre la soglia di preoccupazione.
“Se qualcuno si fosse illuso che l’esperienza dei mesi precedenti avesse potuto in qualche modo mettere al sicuro le nostre case di riposo, non potrebbe oggi che prendere atto di un sistema vicino al collasso, incapace di tenere il virus fuori dai reparti e con grandi difficoltà ad isolare i casi una volta scoperti” afferma Stefano Bagnara della Fp Cgil del Veneto.
“Proprio per questo sarebbe fondamentale, oggi più che mai, che la Regione Veneto aprisse definitivamente ed in maniera permanente quella interlocuzione con i Rappresentanti dei Lavoratori che, dopo l’incontro del 29 luglio, non ha più avuto seguito, né nella continuazione del tavolo di confronto, né dal punto di vista del rispetto degli impegni presi in quella sede. Un atteggiamento poco comprensibile e non giustificato considerando che fin da luglio i problemi che oggi si stanno manifestando erano manifesti”.
Evidenzia Bagnara come “Le tantissime segnalazioni che pervengono dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore, ci consegnano un quadro nel quale l’eccezionalità è diventata norma.
In molte situazioni il personale è allo stremo e siamo di fronte ad una situazione che non può reggere ancora a lungo”.
“In questo senso riteniamo che a seguito degli allarmi lanciati da tutti gli addetti ai lavori siano necessarie azioniche “prendano di petto” i temi critici senza ulteriori tentennamenti:
assumere tutte le professioni sanitarie, a partire dagli infermieri, che hanno presentato domanda al concorso e verificare se vi sono le condizioni, anche in ragione della situazione ospedaliera e territoriale, per immaginare convenzioni e supporto alle strutture senza caricarne ulteriormente i costi su bilanci già deficitari.
Identificare subito in ogni livello territoriale delle “RSA Covid”, nelle quali inserire personale a carico delle Ulss. per quegli ospiti che sono positivi ma non sintomatici (che diversamente richiedono ricovero ospedaliero) per limitare la diffusione nelle “Rsa pulite” e per consentire di alleggerire l’assistenza in ragione delle difficoltà degli organici.
Sostenere economicamente le Rsaprevedendo contributi maggiori rispetto a quelli previsti nelle delibere che, peraltro, non sono ancora stati applicati e riconosciuti”.
“Abbiamo in questi mesi incalzato le istituzioni con le nostre segnalazioni avanzando proposte e mettendo il nostro impegno responsabile alla ricerca di un confronto che potesse trovare soluzioni per tutelare il personale delle RSA, gli ospiti e più generale la tenuta del sistema e crediamo non sia più accettabile l’indifferenza della Regione rispetto alle nostre richieste” conclude.