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Venezia, 12 ottobre 2020 - “Come FP Cgil siamo sempre stati responsabili e continueremo ad esserlo, e proprio per questo non siamo disponibili ad assecondare il mantra del “va tutto bene” di chi prova a negare l’esistenza dei problemi e rimandare l’avvio del confronto con le parti sociali” – dichiara Ivan Bernini, Segretario Generale Fp Cgil Veneto. Le ambizioni personali di chi prova a negare l’esistenza dei problemi e l’avvio del confronto con le parti sociali vengono dopo l’interesse generale della salvaguardia della salute pubblica e di quei lavoratori che sono in prima linea nel garantirla.

Rifiutare il confronto per trovare soluzioni, o peggio accettare di svolgere confronti solo per tenere calmi lavoratori ed opinione pubblica a patto di negare i problemi, è sconcertante ed indegno.

Ricordiamo come nella fase più drammatica dell’emergenza è grazie al confronto con le parti sociali se si sono potute gestire le situazioni all’interno dei posti di lavoro; protocolli sulla sicurezza, proposte da suggerire a chi in seno alla regione ha la titolarità e responsabilità di assumere provvedimenti, reciproche segnalazioni su cosa non funzionava e richiedeva intervento immediato. In troppi si sono scordati quel periodo.

Nelle intese sottoscritte con la regione vi era un punto qualificante che riconosceva questo percorso laddove prevedeva esplicitamente il confronto con le parti sociali in tutte le fasi di riorganizzazione delle attività. Nulla di quanto sottoscritto viene applicato; in regione è da luglio che non si convoca un tavolo per monitorare la situazione e definire soluzioni ai problemi degli organici e della riorganizzazione in vista della possibile evoluzione autunno-invernale della pandemia, nelle aziende Ulss si devono proclamare stati di mobilitazione per avere risposte, nei centri di servizio per anziani la discussione è “sotto traccia” con esplicite richieste a non lasciare trapelare esternamente le questioni.

Siamo stati troppo ottimisti e pensavamo che l’esperienza trascorsa avesse portato maggior saggezza e trasparenza da parte dei soggetti datoriali e dei decisori pubblici. Ma evidentemente la Cina non era così lontana non solo rispetto alla diffusione del virus ma anche rispetto alle modalità di relazioni e gestione della comunicazione. Anche questa è globalizzazione - conclude