CHI GRIDA VERGOGNA E ACCUSA I LAVORATORI PUBBLICI NON NE PROVA ALCUNA
Venezia, 5 dicembre 2020 - “Cari benpensanti e distributori d’odio, proviamo a spiegarvele meglio le ragioni dello sciopero dei lavoratori delle autonomie locali, della sanità, delle case di riposo pubbliche e dello stato. Senza retorica e ipocrisie. Quelle le lasciamo a voi”. Questo l’esordio dei sindacati pubblici di Cgil Cisl e Uil.
Il contratto che dovrebbe rinnovarsi ogni 3 anni è stato rinnovato nel 2018 dopo 9 anni di blocco e solo dopo l’intervento della Corte Costituzionale. Sono passati ormai due anni dalla sua scadenza. Nel frattempo sono cambiati tre governi e nessuno ha avviato le procedure per un confronto tra le parti. Ma forse hanno ragione i benpensanti di questo Paese: dovevamo stare fermi, buoni e silenti aspettando che le beghe tra partiti, dentro e fuori maggioranze e opposizioni avessero fine. È più importante occuparsi delle “fiction” da spiaggia o aspettare le conclusioni del chi vince dentro e fuori le beghe di partito che occuparsi della condizione di milioni di lavoratori. I contratti, poi, son mica la priorità; si può anche firmarli, come avvenuto per la sanità privata e poi, come han fatto molte associazioni datoriali cambiare idea e decidere di non applicarli.
Occupazione Veneto: 2008 personale non dirigente: nelle funzioni locali (regione, province, comuni) erano impiegati 36.539 lavoratori. Nel 2018, dopo 10 anni, sono diventati 30.409. Saldo negativo di 6.430 lavoratori.
Nella sanità c’erano 60.114 lavoratori, dopo 10 anni sono 58.949. Saldo negativo 1.165.
Frutto di 10 anni di blocco delle assunzioni, frutto di scelte dei governi. Scelte assunte anche da chi oggi grida allo scandalo ed alla vergogna nei confronti dello sciopero dei lavoratori. Poi ci si chiede come mai, spargendo lacrime di coccodrillo, le pubbliche amministrazioni “sono in ritardo” con le procedure o manca il personale nella sanità, nel territorio, nelle case di riposo.
Retribuzione media nel Veneto personale non dirigente dopo due contratti rinnovati nell’arco di 10 anni: nelle funzioni locali, nel 2008, un lavoratore percepiva 22.182 euro/lordi l’anno. Oggi ne percepisce 24.231 in media, 1.360 euro netti al mese, 1100 le qualifiche più basse a tempo pieno.
Sanità: nel 2008 percepiva mediamente 23.828 euro/lordi l’anno. Dopo 10 anni ne percepisce 25.695. In media 1.442 euro netti mensili, 1.220 le qualifiche più basse.
Nel frattempo anche in queste ore, chi dice che i lavoratori pubblici dovrebbero vergognarsi e trovano scandaloso lo sciopero, irresponsabile e non solidale verso il Paese, stanno dando battaglia dentro e fuori il Parlamento per non aumentare un pochino il contributo di solidarietà a chi ha redditi superiori al mezzo milione di euro. E mediamente hanno un reddito superiore di almeno 4 volte, diciamo per grazia 100.000 euro l’anno/lordi, quelle di un lavoratore. Mediamente.
In queste ore la Commissione Europea ha avviato procedure di infrazione verso il nostro Paese per abuso di lavoro precario. Nel 2015 la Corte Costituzionale ha sentenziato l’illegittimità del blocco reiterato delle procedure di rinnovo dei contratti. E noi dovremmo vergognarci per aver proclamato lo sciopero chiedendo maggior salario, maggior occupazione e sicurezza dei lavoratori? Forse dovrebbero vergognarsi coloro che nulla stanno facendo per evitarlo questo sciopero. E che impunemente, dopo aver creato leggi e norme che hanno svuotato lavoro e salari e creato precarietà, 20 anni di riforme del mercato del lavoro sbeffeggiando coloro che chiedevano che il lavoro a tempo indeterminato fosse la priorità, continuano a rilasciare interviste orientando l’opinione pubblica mettendola contro il lavoro dipendente. Oggi contro i pubblici, domani contro i privati. L’unico imbarazzo che potremmo provare sarebbe quella di lasciare da soli questi lavoratori e non rivendicare per loro migliori condizioni economiche e di lavoro. Lasciandoli alla gogna di chi prima, con una retorica senza vergogna, li definisce eroi e poi privilegiati, garantiti e nullafacenti.
Ivan Bernini - Segretario generale Fp Cgil Veneto
Mary Pallaro - Segretario generale Cisl Fp Veneto
Mario Ragno - Segretario generale Uil Fpl Veneto