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Bernini “Unica regione dove i contagi aumentano, ora può bastare. Assumersi le responsabilità e riconoscere le sottovalutazioni ed errori”

Venezia 16 dicembre 2020 - “Dopo aver affermato per settimane che nella nostra regione era tutto sotto controllo si prenda atto che purtroppo non è così. Stiamo già contando troppe morti per non assumersi la responsabilità, senza distinguo e senza voler fare i primi della classe, di riconoscere le sottovalutazioni operate e per correre ai ripari. Riconoscendo quello che non è andato bene per non reiterarlo” afferma Ivan Bernini segretario generale della Fp Cgil Veneto.

Gli ospedali non possono garantire la tenuta se si procede così. È inutile continuare a voler sostenere tesi teoriche sui potenziali posti letto attivabili se non c’è il personale che serve a garantire cura ed assistenza.
Le case di riposo sono già fuori controllo come abbiamo avuto modo di denunciare.
Abbiamo sempre sostenuto che si dovesse trovare l’equilibrio necessario ma utile nella relazione tra scienza e politica; l’improvvida scelta di affidarsi ai tamponi veloci nell’identificazione dei positivi tra lavoratori della sanità e del socio-assistenziale e tra ricoverati e ospiti è tra le cause della degenerazione del virus in queste strutture.

Siamo di fronte ad una situazione nella quale alla mattina si fanno le raccomandazioni e ci si sfoga contro i veneti, rei di non osservare le raccomandazioni, o contro i “leoni da tastiera” che negano l’evidenza, salvo poi al pomeriggio non essere consequenziali nelle scelte, anche le più restrittive, ed operare in maniera opposta e contraria. Facendo finta di non vedere che tra quei “leoni da tastiera” vi sono anche autorevoli esponenti della politica regionale più interessati al consenso di chi pensa che sia tutto un complotto o di coloro che ritengono che di fronte al mercato e al “dio denaro” le morti siano un “effetto collaterale” tollerabile.

Non meritano tutto questo le migliaia di lavoratori che da 10 mesi hanno garantito in condizioni difficili l’emergenza. Non meritano la retorica degli eroi salvo poi minacciarli di sanzioni disciplinari quando, stremati, provano a denunciare la situazione nella quale operano. Non meritano le diffide la gran parte delle case di riposo inviate da qualche Direttore di Ulss che non trova di meglio che affermare “che le strutture per anziani non sono di propria competenza”.

Certo oggi è difficile trovare soluzioni dentro a questo contesto drammatico anche perché l’impressione è che i “buoi siano usciti dalla stalla”.
Si può provare a recuperare qualcosa: senza troppe burocrazie si assuma tutto il personale disponibile – poi faranno i concorsi – da destinare a ospedali e case di riposo, si faccia un passo indietro sui tamponi rapidi in queste strutture, si identifichino ulteriori strutture ricettive per contagiati asintomatici che non riescono a garantire il distanziamento nel proprio domicilio, si attivino le strutture già identificate per i “covid Rsa” per anziani positivi e asintomatici liberando le strutture “pulite”.

Infine si abbia il coraggio di smetterla nelle polemiche quotidiane in seno alla Conferenza-Stato Regioni decidendo che nella priorità del momento non servono né i distinguo né il “primeggiar tra prime donne”. Si lascino beare nei loro social virtuali fatti di like e di faccine i tifosi, e si agisca di concerto con coloro, politica, amministratori, parti sociali e direzioni di strutture che stanno drammaticamente dentro al mondo reale e che cercano di tamponare la situazione di trovare soluzioni, conclude Bernini.