Bernini e Todesco (Fp Cgil Veneto): Così si lasciano le Rsa allo sbando. Burocrazia non ora
Venezia, 19 dicembre 2020 - “Ogni giornata la sua pena? Certamente se le burocrazie continueranno a muoversi in questo modo le pene saranno più d’una”
L’intervista alla Direttrice Generale di Azienda Zero ci ha lasciato basiti – dichiarano Ivan Bernini, Segretario generale Fp Cgil Veneto e Sonia Todesco, Segretaria regionale Fp Cgil.
“Sostanzialmente di fronte all’evento più drammatico che la società contemporanea sta vivendo, con migliaia di morti e strutture sanitarie ai limiti della capacità di sostenibilità, si chiamano in causa le norme burocratiche: le Rsa sono altra cosa e non spetta alla regione, tramite azienda zero, assumere personale. Burocrati. Quindi, siccome le Rsa non sono soggetti dell’ente regione, il personale “se lo devono assumere loro”, sapendo che le Rsa non sono nelle condizioni neanche economiche per poterlo fare, significa sancire che si devono arrangiare. I decessi tra gli ospiti e l’assenza di lavoratori non è quindi un problema della regione. Lasciamoli morire gli ospiti e lasciamo pure scoperte le strutture del personale perché non è “roba nostra”. Incredibile e vergognoso”.
“Non pensiamo – proseguono Bernini e Todesco - che se si decidesse di assumere il personale tramite Azienda Zero, e quindi tramite Ulss per poi destinarlo temporaneamente nelle Rsa dove serve, vi sia qualcuno che possa impugnare la cosa. E la regione lo sa bene. E sa bene che se qualcuno anche volesse impugnarla non ne avrebbe il coraggio di fronte a questa crisi. Ma evidentemente non si vuole farlo. E allora ci si prenda la responsabilità e si evitino inutili fronzoli burocratici che in tempi di Covid non servono”.
I sindacalisti concludono con una ultima osservazione riguardo i presunti rifiuti alle assunzioni. “Forse, se invece di proporre alle persone contratti a termine, co.co.co., rapporti libero professionali, si proponesse loro il contratto a tempo indeterminato le persone accetterebbero. Comprendiamo che chi prende stipendi superiori ai 100.000 euro l’anno non se ne renda conto, ma mediamente se chiedi a una persona di lavorare con contratti a termine, farsi carico del covid rischiando anche la propria salute, salvo poi dirle “arrivederci e grazie”, è normale che si accasi altrove. Dove magari lo assumono stabilmente”.