L’Assessore chiarisce il programma delle vaccinazioni: precisazioni che tolgono dubbi e fanno emergere gli egoismi.
Venezia, 26 gennaio 2021 - In tempi non sospetti avevamo posto un tema rispetto ad una discussione sulle vaccinazioni che appariva perfino surreale - afferma Ivan Bernini segretario generale Fp Cgil Veneto. Dicevamo, e purtroppo l’attualità ce lo conferma, che il tema vero con il quale avremmo dovuto fare i conti era legato non tanto ai numeri di persone che “non vogliono vaccinarsi” quanto, piuttosto, alla reale disponibilità di vaccini che consentisse di arrivare al numero di vaccinazioni ipotizzate ed auspicate.
Onestamente non avevamo fatto i conti con un altro fenomeno emerso in queste giornate: l’egoismo di coloro che ritengono che per “titolo” la priorità nelle vaccinazioni spetti loro. Senza alcun fraintendimento: è giusto verificare se tra coloro che sono stati vaccinati secondo programma siano rientrati soggetti che non “ne avessero priorità”, meno comprensibili alcune affermazioni lette in questi giorni dove una parte assolutamente minoritaria di medici, riterrebbe che a talune figure professionali non spettasse la priorità nella vaccinazione. Dimostrazione, con tutta evidenza, che questa parte minoritaria non vede altri all’infuori di loro. Facendo un danno d’immagine alla stragrande maggioranza della professione che, in prima linea nel lavoro, non ha mai posto questioni. E che sa benissimo che se sei un amministrativo che supporta l’attività a diretto contatto con gli altri (punti tampone, punti vaccino per esempio) o se sei un lavoratore che ogni mattina mette il camice e tiene pulito i reparti ospedalieri, sei parimenti potenzialmente esposto come gli altri ed è utile ed opportuno che venga vaccinato tra i primi.
Fatta chiarezza rimane l’amaro in bocca. Abbiamo chiesto rispetto e solidarietà per tutti coloro che si son fatti carico, ognuno per la professione che riveste, dell’emergenza sanitaria contro gli ignobili e odiosi attacchi che li hanno colpiti nei mesi scorsi.
Sappiano coloro chi si son resi responsabili di alcune dichiarazioni che il rispetto e la solidarietà sono atteggiamenti che richiedono reciprocità. E sappiano che con il loro atteggiamento e le loro parole rischiano esclusivamente di apparire nei confronti di molti altri lavoratori come una “casta” gettando ombre anche nei confronti di larghissima parte dei loro colleghi che non meritano di essere considerati tali.
Ora che l’assessore ha chiarito i termini di quella richiesta dovrebbero essere consequenziali nell’affermare che forse hanno fatto qualche affermazione di troppo e sbagliata nei confronti di un’ampia parte dei lavoratori del Sistema Sanitario della nostra Regione.