Venezia, 28 gennaio 2021 - Apprendiamo da diverse fonti di informazione che molte città del Veneto, se confermato il passaggio in zona gialla, riapriranno al pubblico i musei dando piena ripresa all’attività.
Nella nostra Regione, ad esempio, sia il Comune di Padova che quello di Treviso hanno già annunciato questa scelta sottolineando l’importanza di riaprire appieno la fruizione dell’offerta culturale.
Venezia conferma invece la sua scelta di tenere in cassa integrazione il personale della Fondazione e di non aprire i Musei, candidandosi nei fatti a capitale europea dell’oscurantismo. Una scelta che contrasta con la sua storia e con l’importanza di tutelare, conservare e valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale.
Come Cgil e Uil - dichiarano Daniele Giordano e Mario Ragno - continuiamo a pensare che l’utilizzo della cassa integrazione sia illegittimo, che questa scelta contrasti con la conservazione del nostro patrimonio artistico e culturale, che la chiusura della Fondazione stia determinando l’impossibilità di una vera ripresa delle attività e che si stia sprecando un periodo utile per ripensare e rivedere anche l’attività stessa dei Musei. Ancor più grave che tutto questo si faccia semplicemente per l’assenza dei turisti e la possibilità di pesare sui conti pubblici.
La cifra distintiva di questa Giunta è colpire il lavoro e i lavoratori come sta avvenendo anche a quelli di AVM che hanno subito, come avvenuto anni fa anche per i dipendenti comunali, la disdetta del contratto integrativo. La Giunta pensa di uscire da questa crisi economica e sociale scaricando il costo solo sulle spalle dei lavoratori.
Questa Giunta è stata sorda agli appelli del mondo del cultura, del commercio e dell’artigianato e a tutte quelle richieste anche di aperture parziali che sono venute da molteplici soggetti.
Nei prossimi giorni - concludono Giordano e Ragno - decideremo una data di mobilitazione che coinvolga i lavoratori e il mondo delle associazioni che rappresentano il mondo della cultura, perché contro questa scelta non resta alternativa che la lotta di chi ha a cuore il futuro di Venezia e la conservazione del suo patrimonio artistico e culturale.