LA REGIONE INTERVENGA E CONVOCHI LE PARTI.
Venezia, 10 marzo 2021 - Leggiamo con grandissima preoccupazione le dichiarazioni, ormai quotidiane, degli organi di rappresentanza delle residenze per anziani, pubbliche o private, sulla cronica mancanza di personale infermieristico. Di fronte ad una carenza di oltre 1.500 figure nel Veneto, secondo quanto denunciano le parti datoriali, consideriamo non più rinviabile l’avvio di una discussione e di una diversa programmazione delle strutture da parte della Regione – dichiara Stefano Bagnara, Segretario Fp Cgil Veneto.
L’aumento dei pensionamenti dovuti a quota 100, le migliori condizioni economiche e contrattuali nella sanità pubblica, sono tra le concause di una “fuga” del personale dalle strutture residenziali. “Ma – avverte Bagnara - se si immagina che siano solo queste le ragioni della fuga senza considerare altre dinamiche, da standard assistenziali inadeguati a scarse prospettive di carriera rispetto alla tipologia di attività svolte, si rischia di non indagare a fondo la necessità di un cambiamento più radicale. L’emergenza sanitaria non ha fatto altro che evidenziare ulteriormente una situazione che già prima era sotto gli occhi di tutti e per la quale non si è saputo intervenire per tempo”.
“In un momento in cui contiamo un elevato numero di posti letto liberi nelle RSA, le cui ricadute economiche sono pesantissime – prosegue Bagnara - viviamo il paradosso per il quale la necessità di velocizzare gli ingressi di nuovi ospiti si scontra con l’impossibilità delle strutture di fornire il numero adeguato di personale infermieristico e oss con conseguente riduzione o chiusura dei servizi all’utenza. A pagarne il costo più salato, oltre che i diretti interessati, i familiari che devono farsene carico ed altre figure professionali che rischiano addirittura di trovarsi in esubero, di fronte a tali chiusure”.
Per Bagnara “questa prospettiva avrebbe richiede un intervento straordinario della Regione, una presa in carico che provi a governare le politiche del personale su base territoriale anche mettendo a disposizione le proprie maestranze senza oneri per le strutture, in modo da evitare la competizione tra le singole case di riposo e le relative operazioni di dumping contrattuale, che gravano ulteriormente sulle strutture.
“I nostri appelli e le nostre richieste di incontro sono caduti nel vuoto nel corso dell’anno trascorso – accusa Bagnara - Considerando che oggi la composizione del quadro manageriale che dovrà governare i processi socio-assistenziali-sanitari nei prossimi tre anni è definito, serve senza alcun indugio che la regione affronti, assieme a tutte le parti interessate, una diversa programmazione delle strutture residenziali”.
“Serve con urgenza un tavolo con le parti sociali, i rappresentati del settore, le conferenze dei sindaci per mettere in campo un azione straordinaria che, a partire dal vissuto straordinario di quest’anno, abbia l’ambizione di ridisegnare un settore prioritario nel garantire diritti di salute per i cittadini” - conclude.