Fp Cgil e Uil Fpl replicano alle dichiarazioni dell’Assessore Laura Besio: la specialità che serve a Venezia è tornare ad essere un modello a livello nazionale
Venezia, 23 aprile 2021 - Abbiamo letto le intenzioni dell’Assessore Laura Besio di risolvere il caso del calo delle iscrizioni nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali con la richiesta di una “specialità veneziana” per la composizione delle classi.
“Dobbiamo sottolineare come il calo delle iscrizioni non sia dovuto principalmente alla conformazione del territorio, ma agli scarsi investimenti che questa Giunta fa sui servizi educativi” - dichiarano Daniele Giordano, Fp Cgil e Mario Ragno, Uil Fpl.
“Questa Amministrazione rifiuta l’accesso di bambini per non assumere e potenziare le sezioni, fa girare le maestre come fossero pacchi, non affronta i problemi che sindacati e famiglie da mesi hanno posto e dimostra quotidianamente di non investire in questi servizi. - proseguono Giordano e Ragno.
A Venezia ci sono scuole su due piani che non hanno visto nessun vero potenziamento per l’emergenza Covid e scuole dell’infanzia con molti bambini che hanno dovuto auto organizzarsi gli accessi e le uscite. Sempre a Venezia ci sono stati continui casi di prolungamento orario per il personale con genitori che hanno segnalato di trovare al pomeriggio la stessa insegnante della mattina quando sono andati a riprendere i bambini”.
“L’Assessore cita il caso della scuola XXV aprile e mistifica la realtà dei fatti quando basta andare a riprendere le cronache dei giornali per constatare come l’Amministrazione volesse chiudere quella scuola e non è accaduto solo per la mobilitazione di famiglie, sindacati e forze politiche” accusano i dirigenti sindacali.
“La “specialità” che ha sempre avuto Venezia in questi anni era quella di investire molto sui servizi educativi e di rappresentare un’eccellenza a livello nazionale.
Affrontare come fa l’Assessore Besio il problema del calo delle iscrizioni come se fosse solo un problema di calo delle nascite e specialità della città d’acqua falsifica la realtà quando i cali delle iscrizioni ci sono state, per certi versi in maniera maggiore, in aree come quella di Marghera. – sottolineano Giordano e Ragno.
Non c’è dubbio che territori come Pellestrina o Burano vadano sostenuti mantenendo aperti i servizi anche con pochi bambini, ma altro è pensare che il problema delle deroghe alle singole sezioni sia la soluzione al calo delle iscrizioni che non dipende solo dalle nascite. Il Comune può già decidere di scegliere di mantenere aperte le scuole senza bisogno di nessuna deroga dalla Regione, invece questa è l’Amministrazione che le scuole le ha chiuse dato che sia il Nido Nuvola che quello aziendale sono stati proprio chiusi dall’Amministrazione Brugnaro, così come è noto che chiude gli spazi cuccioli, in questo caso della terraferma.”.
Per i rappresentanti di Cgil e Uil “Servirebbe che il Comune facesse una scelta forte in questo momento e investisse le proprie risorse di bilancio per ridurre o azzerare le rette negli asili in modo da dare a tutti la possibilità di accedervi.
Una famiglia di tre persone con due redditi da lavoratori dipendenti che ha un ISEE complessivo di 17.000 circa, spende per mandare il proprio bambino nelle scuole comunali più di 2.000 euro all’anno.
Proprio in un momento di crisi economica come questa in cui la perdita del lavoro e del reddito ha grosse ricadute sulle famiglie, che servono investimenti in questi servizi dato che potrebbero esserci famiglie che scelgono di non mandarci i propri figli per poter arrivare a fine del mese”.
“Come Sindacato - concludono Giordano e Ragno - la specialità che vogliamo è quella che mette al centro l’investimento nei nidi e nelle scuole dell’infanzia pubbliche. Auspichiamo che tutte le forze politiche del Comune di Venezia assumano questo tema e si battano per estendere al massimo l’esenzione della retta a tutte le famiglie del Comune e impegnino la Giunta a fare quelle assunzioni di personale dei servizi, educatrici insegnanti e personale ausiliario, senza le quali la qualità dell’offerta non può che decadere”.