PDL VENETO n.409: LEGGE SULLA POLIZIA LOCALE
INIZIATIVA APPREZZABILE MA RIMANGONO IMPORTANTI NODI CRITICI
Venezia – 22 giugno 2020 “Fermo restando le lodevoli intenzioni del Consiglio regionale nel tentare di operare una regolamentazione e una struttura integrata uniforme dei servizi di polizia locale operanti sul territorio, ci pare rimangano invariati molti dei nodi critici che addetti ai lavori e sindacati avevano evidenziato in sede di audizione nel 2018” affermano Ivan Bernini segretario generale e il coordinatore di settore Nicola Gallo della FP CGIL del Veneto.
“Operare interventi di riordino della disciplina in questo settore – proseguono Bernini e Gallo - è sempre molto delicato e si rischia di invadere competenze legislative la cui potestà è in capo allo Stato, sia per le disposizioni costituzionali che ordinamentali in materia di pubblica sicurezza ed ordine pubblico. Non entriamo nel merito di questioni di legittimità del progetto di legge che spettano agli esperti dell’avvocatura regionale che senz’altro avranno operato per evitare l’impugnazione da parte di Corte Costituzionale e Ministero dell’interno. Per quanto alcuni rilievi già posti in sede di audizione su competenze che stanno in capo alle forze di polizia dello Stato sono ancora presenti nel testo presentato dalla commissione consiliare al Consiglio”.
In sede di audizione vi erano osservazioni comuni poste da sindacato e addetti ai lavori
• la perplessità di una proposta in termini di organizzazione delle attività e del personale, di formazione, di aggregazioni e regolamenti che sostanzialmente si concerta a posteriori con i singoli enti locali sapendo che le soluzioni si concertano prima se si vogliono raggiungere dei risultati. Tanto più vero se si considerano le peculiarità territoriali e degli ambiti d’intervento;
• la scarsità delle risorse in termini di organici, di investimenti economici, di attrezzatture a disposizione degli enti locali ai quali si aggiungono le incertezze legate alle polizie provinciali dopo la riforma “Delrio” che attualmente hanno funzioni fondamentali che materialmente non riescono ad esercitare;
• l’affiancamento al personale delle polizie locali di volontari che rischiano di appesantire responsabilità in capo agli agenti e che ne limitano l’operatività.
“Durante l’emergenza covid-19, nel quale gli agenti di polizia locale sono stati sempre presenti ed operativi, sono ulteriormente emerse le criticità determinate da una normativa statale che necessita di aggiornamenti rispetto all’ordinamento del personale ed alla definizione di funzioni e responsabilità. - evidenziano - Da un lato si chiede a questo personale di agire sul terreno del controllo e della sicurezza nel territorio “associandolo” alle forze di polizia dello Stato, dall’altro non si riconoscono loro alcune tutele. Spesso il personale di polizia locale sublima e integra compiti che la normativa attribuisce ad altri soggetti”.
“Anche per queste ragioni pensiamo che ruolo delle regioni sia quello di affrontare in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni i nodi irrisolti per proporre aggiornamenti alla normativa e soluzioni condivise piuttosto che forzare attraverso leggi proprie che rischiano solo di creare “false aspettative”, tensioni istituzionali e mantenimento di una condizione che ricade sulla responsabilità e sulla maggior esposizione di chi lavora assicurando un importante servizio ai cittadini ed alle comunità locali” - concludono.