Venezia-Mestre, 29 novembre 2021 - Dopo 22 mesi dal manifestarsi della pandemia da “Covid-19” è assolutamente inutile ogni tentativo di richiesta di ravvedimento a coloro che non si sono vaccinati. Nel Paese, in data odierna, 134.000 persone morte di cui 11.947 nella nostra regione.
“Basta così - afferma Ivan Bernini Segretario generale della Funzione Pubblica CGIL del Veneto - si smetta di far finta di voler essere persuasivi nei confronti di una parte della popolazione che non intende sentir ragione neanche a fronte dell’evidenza e si assumano tutte le iniziative a preservare e tutelare la salute pubblica. A partire da una scelta che non è oltremodo rinviabile: la vaccinazione obbligatoria per tutta la popolazione”.
Centinaia di migliaia di prestazioni sanitarie congelate e rinviate, strutture ospedaliere dedicate quasi esclusivamente alla gestione dell’emergenza, personale sottratto dall’ordinaria attività per far fronte a cura ed assistenza malati covid, vaccinazioni ed effettuazione tamponi. Qualsiasi provvedimento finora adottato, green pass e super green pass inclusi, hanno provato a garantire la gestione delle attività sociali ed economiche con un margine di sicurezza, e sostanzialmente hanno provato a “stimolare” la domanda vaccinale: non basta più. Interventi che si sono dimostrati non più sufficienti, anche per scarsa responsabilità e senso civico di una parte di popolazione e di parte di una classe dirigente che pur di non perdere consenso ha assunto posizioni a dir poco miopi se non strabiche.
A fronte del nuovo incremento di ricoveri ospedalieri “covid-19” la Regione ha anticipato che saranno presi ulteriori provvedimenti nel nuovo piano di sanità pubblica che reiterano quanto operato in precedenza: sospensione delle attività differibili, individuazione di ospedali covid, sottrazione di personale per far fronte a tutte quelle attività necessarie all’assistenza e cura, alla vaccinazione ed al tracciamento. Ciò significa che migliaia di cittadini che hanno un bisogno sanitario si vedranno ulteriormente dilatare i tempi della visita o della prestazione, con tutto quello che ne consegue.
Anche a fronte dell’insufficiente numero di personale presente nelle aziende sanitarie del Veneto, in queste ore si stanno ulteriormente richiamando in servizio pensionati per far fronte alla gestione ordinaria. E stiamo assistendo a fenomeni di migrazione di personale verso il privato, a parte di personale in essere che dopo una esperienza drammatica sta affermando che non regge più ed è pronto anche a lasciare il lavoro. Troppo pesante questa modalità di lavorare nella quale all’iniziale gratificazione per quanto stavano svolgendo sono subentrati ulteriori carichi, denigrazione e aggressioni verbali.
Così non regge più, altro che piano nazionale di ripresa e resilienza, se non si danno segnali chiari e precisi senza “se e ma”. Non possiamo permetterci di aggravare ulteriormente lo stato di salute fisico e psichico della popolazione. Almeno due gli interventi che subito sono necessari: programmazione di una campagna vaccinale obbligatoria per tutta la popolazione e immissione di risorse per remunerare significativamente coloro che nell’ambito della sanità e dei settori socio-assistenziali stanno “reggendo la baracca”.