Venezia, 12 aprile 2022 - La FP CGIL di Venezia, con riferimento ad un articolo di giornale apparso recentemente sulla stampa locale e al comunicato di un rappresentante sindacale della Confsal-UNSA, che riportano notizie imprecise sullo stato della trattativa tra Amministrazione della Giustizia e Organizzazioni Sindacali sulla questione delle indennità incentivanti per il personale che presta servizio presso gli uffici Giudiziari Veneziani, ritiene utile intervenire per meglio precisare che, ad oggi, nessun accordo prevede degli incentivi strutturati per il personale dell’organizzazione giudiziaria che viene a lavorare nella città di Venezia.
L’unico incentivo (ma che non lo è affatto, stante l’irrisorietà della cifra) è contenuto nella contrattazione integrativa sul fondo unico di Amministrazione, che ha previsto per l'anno 2021 una quota di 75.000,00 euro, quale frutto dei risparmi di spesa degli anni 2020 e 2021 per buoni pasto non erogati e non utilizzo dei fondi per il pagamento degli straordinari, da distribuire tra alcune città in cui insistono uffici giudiziari collocati in sedi particolarmente disagiate, quindi non solo Venezia.
Questo cambia tutto, distribuire 75.000,00 euro di risparmi tra diverse città (se ne ipotizzava quattro) e di conseguenza suddividerne la somma tra tutti i lavoratori, può stimarsi un “incentivo” di poco più di 7 euro lordi al mese per il solo personale in servizio nell’anno 2021.
Sbandierare, pertanto, delle notizie assolutamente non verificate con le organizzazioni sindacali che conoscono, tranne una evidentemente, lo stato dell’arte delle contrattazioni al Ministero della Giustizia, significa alimentare, in modo gratuito, il malcontento dei pochi lavoratori ancora in servizio.
Questo malcontento, già insito nella mancanza di progressioni economiche o sbocchi professionali all’interno del Ministero della Giustizia, viene ulteriormente sentito dai lavoratori in servizio presso le sedi degli uffici giudiziari di Venezia per il disagio che sono costretti a subire a causa della collocazione geografica, della morfologia del territorio o di contingenti fattori temporanei.
Per la CGIL di Venezia resta ferma la volontà di ottenere il riconoscimento di uno specifico impegno di spesa da parte del Ministero della Giustizia, per garantire in maniera continua e certa, nella quota e nel tempo, una indennità di disagio e punteggi aggiuntivi per le procedure di mobilità, per il solo fatto di prestare servizio in una città, che dal punto di vista lavorativo, rappresenta una sede disagiata, a causa della sua conformazione geografica, dell'inadeguatezza delle sue sedi, delle barriere architettoniche insite nella sua architettura, dell'inadeguatezza dei suoi mezzi di trasporto, dell'elevato costo della vita, dell'impossibilità di viverci a causa dei prezzi proibitivi degli alloggi.
Certo, come dice qualche onorevole, venire e vivere a Venezia è un privilegio, un privilegio che un pendolare del Ministero della Giustizia con uno stipendio da € 1.400,00 al mese non può permettersi.
Motivo per il quale a Venezia nessuno vuol venire a lavorare, chi è costretto a venirci non vede l'ora di essere trasferito, con il risultato che gli uffici hanno la media del 40% di scopertura dell'organico e nessuno dei nuovi vincitori di concorso (in ultimo anche del concorso addetti ufficio per il processo, a tempo determinato) sceglie questa sede...che di fatto è disagiata.
I lavoratori, i sindacati, i Dirigenti e i Capi degli Uffici hanno preso consapevolezza che sono necessari degli incentivi riconosciuti nel tempo e non una indennità irrisoria una tantum, adesso tocca alla politica muovere i passi più importanti per tutelare il servizio pubblico che il personale del Ministero della Giustizia offre alla collettività sul territorio di Venezia, ma che, di fatto, è già alla ricerca di un salvagente.
Un’ultima precisazione, è da anni che la FP CGIL lavora per il riconoscimento di un’indennità per sede disagiata da corrispondere a tutto il personale in servizio presso gli Uffici Giudiziari di Venezia, che un rappresentante sindacale della Confsal-UNSA di Venezia non conosca la storia di queste rivendicazioni e lo stato reale della trattativa è indicativo del loro livello di partecipazione a questa lotta.