Venezia, 1 agosto 2022 - Si è conclusa da pochi giorni la procedura concorsuale per l’assunzione di 2.329 Funzionari Giudiziari al Ministero della Giustizia a seguito della pubblicazione della lista con le assegnazioni delle sedi di servizio e degli uffici ai vincitori.
Per la città di Venezia erano previste 73 assunzioni negli uffici giudiziari di tutta la laguna e della terraferma, ma solo 11 persone hanno scelto la città lagunare, il 15%.
È l’ennesimo concorso, assieme agli altri, in cui Venezia viene bistrattata e scansata quasi fosse il centro di un focolaio, del resto, come dar torto a chi dovendosi trasferire ne osserva la conformazione geografica, l'inadeguatezza e la collocazione delle sedi degli uffici giudiziari, le barriere architettoniche insite nella sua architettura, l'inadeguatezza dei mezzi di trasporto, l'elevato costo della vita, l'impossibilità di viverci a causa dei prezzi proibitivi degli alloggi.
Intendiamoci, Venezia è un’isola ormai abbandonata in mano al denaro e al consumo.
Per la maggior parte dei lavoratori ovviamente fa la differenza andare a lavorare negli uffici di Mestre piuttosto che negli uffici collocati nel sestiere San Marco o San Polo, ma gli 11 futuri Funzionari Giudiziari non hanno avuto la possibilità di scegliere dove andare a lavorare, per cui ci aspettiamo altre defezioni a settembre.
È una percentuale pesante, il 15%, a cui si aggiunge l’anomalo esodo, cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, dei giovani assunti con il concorso del 2018 che sono andati quasi tutti via (o sono prossimi ad andarsene) dai vari uffici della laguna.
Le piante organiche sono sempre più vuote, con scoperture dal 35% al 50%, ed i lavoratori, la cui età media supera i cinquant’anni, sono costretti a subire pesanti carichi di lavoro, frutto di una politica che ha visto da oltre vent’anni mancate assunzioni e delegittimazione del lavoro pubblico.
La Ministra Cartabia (2021 visita Venezia), ma anche il Sindaco (dal 2015) di Venezia, sono ancora fermi alle vuote parole di convenienza, si accorgono che Venezia è un’isola e che è collocata in mezzo all’acqua, ancora ricordiamo le parole del primo cittadino all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 in cui lui riteneva opportuno incentivare chi sceglie Venezia come sede di lavoro.
L’esodo dalla città di Venezia e dagli uffici giudiziari è una realtà che non riguarda solo i veneziani o i veneti, ma riguarda tutti noi, la giustizia e tutti gli uffici presenti nel centro storico di Venezia devono poter funzionare e per funzionare serve la giusta valorizzazione, sviluppando il senso di appartenenza ad un servizio pubblico essenziale in un territorio assai difficile ed unico.
Bisogna tutelare l’insularità, la specialità di Venezia, riconoscendo dei benefici per chi viene a lavorare a Venezia.
È su questo che la politica locale si deve concentrare, l’aumento del prezzo dei biglietti dei vaporetti da 7.50 euro a 9,50 euro per una corsa o i costi della sottoscrizione della carta Venezia non devono diventare un ulteriore motivo per disincentivare la scelta di Venezia come luogo di lavoro, ad esclusivo vantaggio di chi già si arricchisce con il turismo, facendone pagare i costi alla collettività.