Le intese riguardano l'aumento dei fondi e delle prestazioni aggiuntive nei Pronto Soccorso
Fp Cgil Veneto: Boccata d’ossigeno per i fondi, ma sui pronto soccorso intervento tampone. Ora si apra il confronto sul comparto
Venezia 4 agosto 2022 - «Il 2 agosto u.s., affermano Giovanni Campolieti Segretario Regionale della FP CGIL medici e dirigenti sanitari e Sonia Todesco Segretaria della FP CGIL Veneto, sono stati sottoscritti da tutte le Organizzazioni Sindacali della Dirigenza Sanitaria due accordi con la Regione Veneto, relativi l’uno all’aumento del valore della prestazione aggiuntiva svolta dai medici presso i Pronto Soccorso che passa da 60 a 100 euro l’ora e l’altro sui nuovi maggiorati importi assegnati alle aziende sanitarie sulla base della recente interpretazione del Ministero dell’Economia e Finanza relativa al carattere “montante” delle risorse previste dal comma 435bis dell’art 1 della Legge 205/2017. Tali risorse si sommeranno quindi, ogni anno, agli incrementi già avvenuti negli anni precedenti e saranno assegnate alle aziende sanitarie utilizzando un criterio perequativo che destinerà quindi maggiori risorse alle aziende che presentano fondi con una media pro capite inferiore alla media regionale. In primis l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’ULSS 6 Euganea, l’ULSS 2 La Marca Trevigiana e l’AOUI di Verona».
Il totale delle risorse che saranno distribuite nel periodo 2019-2026 messe a disposizione dall’art. 1 commi 435 e 435bis della Legge 205/2017 saranno pari a 15.416.000 euro.
Per i dirigenti sindacali, «gli accordi raggiunti rappresentano una boccata di ossigeno per i fondi a disposizione della contrattazione aziendale della dirigenza sanitaria che sicuramente aiuteranno la contrattazione aziendale nell’obiettivo della valorizzazione degli incarichi».
Con il secondo accordo, che incrementa il valore della prestazione aggiuntiva, si è cercato di intervenire su una situazione che oramai potremmo definire “al collasso” con interi Pronti Soccorso sotto organico costretti a ricorrere all’attività di medici di cooperativa, super retribuiti, che hanno finito, in diverse realtà, per innescare anche la fuga dei dipendenti verso condizioni economiche più vantaggiose. L’obiettivo dell’accordo è stato quello di aumentare il volume orario delle attività prestate presso le U.O di Pronto Soccorso da parte dei medici dipendenti, in primis già inseriti nelle stesse U.O., offrendo loro la possibilità, su base volontaria, di svolgere attività aggiuntiva remunerata a 100 euro l’ora.
«Si tratta sicuramente di un intervento tampone - sottolineano Giovanni Campolieti e Sonia Todesco - in vigore fino al 31.12.2022, che aiuterà ma sicuramente non risolverà i problemi di carenza di personale medico nelle U.O di Pronto Soccorso che necessariamente devono essere affrontate con interventi sicuramente di ampio respiro strutturale».
Alle prestazioni aggiuntive, così come definite dall’accordo, potranno accedere, oltre ai medici già inseriti presso le U.O. di Pronto Soccorso, anche i medici di altre U.O. inquadrati in discipline equipollenti o affini a Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza e, in alternativa, anche i medici inquadrati in discipline diverse ai quali, in ogni caso, saranno assegnati, nell’ambito del Pronto Soccorso, solo gli interventi sui codici bianchi.
«Ora - chiedono Giovanni Campolieti e Sonia Todesco - è urgente che la regione convochi immediatamente il tavolo sindacale del comparto per definire la tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive del personale sanitario che opera a stretto contatto dei medici. È necessario ed urgente infatti che il confronto regionale con le Organizzazioni Sindacali del comparto definisca al più presto una tariffa unica a livello regionale uniformando i diversi e disparati comportamenti aziendali».