Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl: Presidio dei lavoratori il 15 novembre a Venezia
Mestre 3 novembre 2022 - “Portare fuori dalle mura delle RSA quello che accade dentro in modo che tutti possano vedere e sapere come stiamo lavorando, farlo sapere a Sindaci e popolazione che spesso non sanno nemmeno che esistiamo”: questo il messaggio che i lavoratori delle Ipab del Veneto hanno chiesto di lanciare nel corso di un’assemblea che si è svolta ieri, 2 novembre, presso l’Israa di Treviso congiuntamente a tutte le strutture del territorio. Un messaggio forte che l’assemblea ha chiesto di accompagnare con forme di mobilitazione assumendo la decisione di effettuare un Presidio regionale di lavoratori il prossimo 15 novembre a Campo San Tomà a Venezia e chiedendo un incontro all’Assessore Lanzarin nell’occasione. “E’ anche l’assessore di noi lavoratori, è giusto che ascolti la nostra voce e non solo quella dei rappresentanti datoriali” hanno affermato nel corso dell’assemblea.
Partiamo dalle RSA/IPAB perché se non siamo di fronte all’ennesima affermazione di volontà di riforma da parte della Regione che poi non trova riscontro, come nei fatti accaduto il oltre 20 anni dalla sua previsione, crediamo sia imprescindibile che il legislatore regionale interloquisca anche con chi rappresenta i lavoratori e non solo con parte delle associazioni datoriali, affermano Bernini Pallaro e Ragno di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl del Veneto. Ci sono temi che vanno affrontati nell’ennesima emergenza che riguardano tutte le strutture accreditate, pubbliche e private, che devono porsi l’obiettivo di evitare l’incremento delle rette per le famiglie o, in alternativa, l’abbassamento delle condizioni di lavoro, degli standard assistenziali, dell’occupazione e delle condizioni retributive dei lavoratori. C’è il grande tema della “fuga” del personale da queste strutture che comprensibilmente guarda ad altri sbocchi per migliorare le proprie condizioni.
Per quanto ci riguarda noi pensiamo che non si possa privatizzare l’immenso patrimonio pubblico di queste strutture ma d’inverso serva creare le condizioni in questa Regione affinché, proprio nell’ambito della riforma, nell’ottica di un vero e proprio investimento nell’assistenza degli anziani e dei più fragili non solo nel sistema residenziale ma anche con visione più ampia del potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare, si elimini l’attuale competizione tra pubblico e privato e tra lavoratori. Una competizione che attualmente penalizza le strutture pubbliche e crea disuguaglianze tra lavoratori che pur facendo medesimo lavoro hanno condizioni di tutela e retributive molto diverse. Disuguaglianze che sono parte anch’esse della fuga del personale da queste strutture e che si possono ovviare attraverso la definizione di un contratto di settore che sia univoco. E considerando che ampia parte di queste strutture rispondono ad una domanda di salute che anche in seguito alla riduzione dei posti letto ospedalieri e delle lungodegenze vedono una maggiore presenza di attività di natura sanitaria rispetto al passato, è il contratto sanità quello che si adatta a queste strutture.
Potenziare il ruolo pubblico evitando la privatizzazione delle Ipab, standard assistenziali aumentati per garantire qualità dell’assistenza e condizioni di lavoro dignitose, finanziamenti certi dentro una programmazione regionale che freni “il business sulla salute”, condizioni contrattuali univoche ed omogenee che evitino le disuguaglianze normative ed economiche tra lavoratori.
Questo è quello che ci hanno chiesto i lavoratori nel corso dell’assemblea regionale, questo è quello di cui vogliamo discutere con la regione, concludono Bernini Pallaro e Ragno.