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Nessuna certezza in termini di risparmio, solo perdita di professionalità. Il Comune ha violato l’obbligo di confronto.

Venezia, 28 marzo 2023 . - La Cgil, preso atto dell’esternalizzazione del servizio biblioteca da parte del comune di Campagna Lupia, denuncia come non sia chiara la motivazione sulla scelta unilaterale dell’Amministrazione di rinunciare alla gestione diretta di un così delicato servizio culturale offerto alla cittadinanza.

«Il servizio biblioteca non si può riassumere nella mera attività di prestito e restituzione libri – dichiara Nicola Gallo della Cgil Funzione Pubblica - e la dipendente impiegata fino a pochi mesi fa nella gestione di questo servizio costituiva invece una professionalità formata ed altamente qualificata per volgere tutte le mansioni bibliotecarie nel pieno delle possibilità legislative».

«Il ruolo di bibliotecario nel comune di Campagna Lupia - spiega Gallo - aveva visto l’assunzione della vincitrice di di un concorso ingaggiata proprio con un contratto riportante come mansione “istruttore amministrativo bibliotecario”. Oggi invece questa lavoratrice è stata inspiegabilmente destinata ai servizi demografici dell’Ente in sostituzione di un pensionamento che poteva facilmente essere coperto con le regole del turn over».

A nulla è servita la diffida contro il trasferimento della dipendente inviata dalla Fp Cgil al Comune che non si è neppure interessato a promuovere un momento di confronto con la parte sociale nell’interesse di tutelare la professionalità della propria lavoratrice.

«Come sindacato – prosegue Gallo - giudichiamo questa scelta di dare in gestione la biblioteca come poco proficua dato ad oggi non ci sono state comunicate certezze che la manovra effettuata dall’Ente possa produrre risultati in termine di risparmio economico o crescita della qualità del servizio erogato ai cittadini»

«Come Cgil – sottolinea Gallo - lamentiamo l’assenza della trasparenza degli amministratori comunali che, pur avendone l’obbligo, hanno volontariamente omesso le dovute comunicazioni ed i confronti con le organizzazioni sindacali su questo tema diversamente da quanto previsto dal contratto collettivo nazionale del lavoro».

Per la Cgil non si tratta solo di far perdere senza motivo la professionalità raggiunta dalla lavoratrice, ma si tratta di una inspiegabile decisione che sembra voluta proprio per appaltare queste attività del servizio culturale.

«Se così non fosse, ci si chiede perché l’Amministrazione comunale non abbia voluto confrontarsi col sindacato su questo tema dato che ne aveva l’obbligo» conclude Gallo.

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