Governo senza vergogna scrive ennesima norma per depotenziare il sistema sanitario pubblico a favore del privato. La Regione Veneto dica da che parte sta.
Mestre-Venezia, 1 aprile 2023 - “Senza alcuna vergogna” il Governo introduce nel “decreto bollette” una norma che prevede che agli operatori delle professioni sanitarie del comparto sanità, al di fuori dell’orario di servizio, non si applicano le incompatibilità previste da una Legge del 1991 che sancisce che il rapporto di lavoro nella Pubblica Amministrazione' è incompatibile con ogni altro rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, e con altri rapporti anche di natura convenzionale con il Servizio sanitario nazionale, chiarisce Ivan Bernini segretario generale FP CGIL del Veneto.
Sostanzialmente attraverso questa previsione si sancisce che il personale sanitario dipendente delle aziende pubbliche può svolgere attività di libera professione presso strutture private. Cade quindi sia il potenziale “conflitto di interesse” che il divieto di concorrenza. “Un bel regalo alle strutture private che anche nella nostra regione stanno crescendo come i funghi e, alla faccia dell’emergenza del personale e all’emergenza liste di attesa, un ulteriore complicazione per la tenuta del sistema sanitario pubblico”.
Nel 1991 si introdusse il rapporto di esclusività: prevedeva che il medico dovesse scegliere tra lavorare nel pubblico o nel privato, introdusse l’indennità di esclusività per coloro che esercitavano l’opzione nel pubblico e consentiva loro di esercitare l’attività libero-professionale all’interno della struttura pubblica regolamentandone l’esercizio.
In una situazione nella quale l’emergenza nella tenuta del servizio sanitario nazionale e nella sua capacità e possibilità di garantire prestazioni in tempi certi nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza, evidenziati anche da liste di attesa fuori controllo e crescita della spesa diretta con il quale il cittadino acquista le prestazioni dal privato amplificata dalla fuga del personale dalle strutture pubbliche, ci saremo aspettati interventi di Governo e Regioni che andassero in tutt’altra direzione.
Vuoi salvare il sistema sanitario nazionale? Finanzia il fondo sanitario nazionale, finanzia il fondo per il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti da un anno e mezzo, introduci come fu fatto nel 1991 per i medici l’indennità di esclusività per tutto il personale dipendente del SSN e ragiona sul prevedere, regolamentandolo, che il personale dipendente del comparto possa esercitare libera professione intramoenia finalizzata al superamento delle liste di attesa non scaricando il costo sul cittadino, prevedi un piano straordinario di borse di studio anche per gli studenti delle professioni sanitarie che inverta l’attuale diminuzione di iscrizioni ai corsi di laurea e un piano straordinario di assunzioni eliminando gli attuali vincoli per le aziende del SSN.
Il Governo fa esattamente l’operazione opposta creando le condizioni per favorire l’allargamento del privato dentro ad una non più graduale sostituzione con attori privati.
Che dice la Regione Veneto di fronte ad una norma di questo tipo considerando che è la capofila in Conferenza delle Regioni nel comparto sanitario? Dice la sua al Governo e si oppone ad avallare una norma di questo tipo impugnandola o lascia fare?
Che dicono i Direttori Generali delle Ulss sempre più stretti nel dover raggiungere importanti obiettivi di salute senza le risorse per farlo? Che va bene questa cosa o manifestano un punto di vista opposto?
Non basta dirci preoccupati, conclude Bernini, ma serve eliminare questa norma vergognosa e rilanciare le mobilitazioni assieme ai cittadini per far capire a Governo e Regione che se non c’è un cambio di passo la salute pubblica è destinata a morire. Se questi pensano che ci rassegniamo alle norme vergognose che stanno scrivendo si sbagliano di grosso.