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Venezia, 4 aprile 2023 - In tutte le sedi INPS del Veneto mercoledì 5 aprile 2023 dalle 10.30 alle 12.30 si terranno assemblee del personale per la gravissima carenza di personale. A Venezia, dalle ore 12,00 alle ore 12,30 si terrà un presidio all’esterno della sede della Direzione Regionale (zona Tre Ponti, Dorsoduro 3519/i)

«Abbiamo deciso di avviare la mobilitazione del personale perché la situazione è davvero critica - dichiarano i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Unsa, Flp, Usb e Confintesa - le assunzioni previste non bastano a colmare la voragine che si è creata in questi anni, mancato turn-over, pensionamenti. I conti non tornano!»

Il caso Veneto è un paradosso: infatti entro fine 2023 l’Istituto conta di assumere oltre 4 mila nuovi dipendenti in tutta Italia, ma i criteri di ripartizione che verranno seguiti per dislocare questo personale in tutte le sedi penalizzano fortemente alcune regioni, tra le quali il Veneto, dove sono previsti 206 nuovi assunti.

«Nelle quattro agenzie della provincia di Venezia sono previsti 28 nuovi assunti a fronte di 72 uscite tra pensionamenti e mobilità in altre sedi. E non è detto che i ventotto previsti accettino - precisano le sigle sindacali - Sono numeri totalmente insufficienti, che rischiano di portare ad una chiusura di sportelli o addirittura delle sedi più periferiche con il conseguente taglio di servizi al cittadino».

«Ciò non pone problemi solo alle strutture territoriali, ma pone serie criticità anche sul piano nazionale: la scelta di non assegnare personale adeguato anche rispetto ai carichi di lavoro da un lato stressa la componente produttiva nelle sedi, pregiudicando in potenza i servizi, dall'altro rischia di compromettere globalmente il raggiungimento degli obiettivi previsti a livello nazionale».

La giornata del 5 aprile sarà la prima di altre iniziative che le sigle sindacali contano di organizzare «abbiamo il dovere di far comprendere all’utenza il fatto che il cattivo funzionamento dei servizi non è colpa di chi sta allo sportello, ma di una programmazione errata dei vertici dell’Istituto che penalizza fortemente i servizi di prossimità e che puntano ad una centralizzazione delle attività. Per questo il 5 aprile è solo un primo passo per far cambiare questa visione, non escludendo di avviare lo stato di agitazione del personale» concludono.