Venezia, 18 aprile 2023. Apprendiamo a mezzo stampa da un’intervista all’Assessora Besio che il codice di comportamento dei dipendenti del Comune di Venezia è stato modificato e che avrebbe condiviso queste modifiche coi lavoratori dell’ente.
La modifica riguarda l’inasprimento, a seguito di un intervengo del Governo, del codice di comportamento sulla possibilità che hanno i dipendenti del Comune di disporre del libero diritto di critica anche nei riguardi dell’ente per il quale lavorano.
Spiace leggere che i lavoratori siano stati informati prima, non avendo il Comune neppure trasmesso preventivamente gli atti ai Sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori (RSU).
Ridicolo è poi sottolineare che questa norma debba essere applicata assieme all’art. 21 della costituzione, senza prevedere come le due cose possano coesistere.
«Non è un caso - spiega Paolo D’Agostino della FP CGIL di Venezia - che questa norma arrivi vicino al varo del DEF con tagli su ogni voce di spesa che riguardi le prestazioni che il sistema pubblico deve erogare ai cittadini».
«Un vero e proprio bavaglio di stato - rimarca il sindacalista - che, fra l’altro, vuole depotenziare le mobilitazioni sindacali che ci saranno nei prossimi mesi già a partire dalla Manifestazione interregionale di Milano il prossimo 13 Maggio indetta dai sindacati confederali».
Con questa decisione, continua D’Agostino «I dipendenti comunali Venezia potrebbero non poter più commentare né sui social né privatamente, i diversi disservizi dell’Ente. Potranno ancora commentare un articolo sui tempi di attesa per il rilascio della carta d’identità o di un permesso? Potranno ancora commentare le scelte che questa Giunta continua ad assumere in campo sociale? Potranno ancora partecipare ad una manifestazione, come quella che c’è stata il 24 Febbraio a Mestre sulla condizione della Città?»
Serve chiarezza e il Comune di Venezia deve scegliere da che parte stare.
«Chiederemo una convocazione urgente alla presenza dell’assessore – continua D’Agostino - per difendere i diritti elementari di Cittadinanza anche dei dipendenti del Comune. Ci risulta che questo Comune sia l'unico del Veneto ad avere avanzato questo tipo di deliberazione e che siano pendenti ancora pareri non positivi su questa disposizione anche del Consiglio di Stato»
«Da ultimo, il testo del Governo dispone una facoltà sanzionatoria, non un obbligo, dell'ente. La giunta colga l'occasione per schierarsi coi dipendenti comunali e formalizzi assieme al Sindacato e alla RSU un protocollo che tuteli l'immagine dell'ente e i diritti fondamentali dei dipendenti» conclude.