I lavoratori chiedono assunzioni e valorizzazione, nella provincia di Venezia le carenze di personale sfiorano il 40%
Venezia, 20 aprile 2023 - Da svariati mesi, come sta già accadendo in altre amministrazioni delle Funzioni Centrali, il personale dell’INAIL di tutta Italia è in mobilitazione.
Le Organizzazioni sindacali dei lavoratori dell’Istituto, lamentano da mesi la scarsa efficacia delle politiche assunzionali messe in atto negli ultimi anni dai vertici dell’Ente, troppo timide e scarsamente efficaci, e che dovrebbero colmare anni di tagli e di mancato turnover. Le competenze acquisite dall’Istituto, però, sono state via via crescenti nel corso degli anni che hanno visto aumentare la platea di soggetti assicurati obbligatoriamente contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali, potenziare i percorsi dedicati al reinserimento lavorativo dei disabili da lavoro oltre che la fornitura di ausili protesici sempre più all’avanguardia, l’assistenza anche psicologica ai familiari superstiti di vittime sul lavoro e non da ultimo le attività di prevenzione, con investimenti a fondo perduto alle imprese che investono in sicurezza (bandi ISI).
Mancato turnover che ha di fatto quasi dimezzato il personale che nelle Sedi – medici, infermieri, assistenti sociali, impiegati amministrativi – ogni giorno cerca di far fronte a carichi di lavoro pro-capite via via crescenti, senza un ricambio generazionale. Dalla sede provinciale di Venezia riferiscono che il personale è passato dalle 100 unità circa del 2008/2010 a meno di 50 unità complessive dell’anno corrente, con un’età media che si attesta attorno ai 54-55 anni.
L’ultimo concorso nazionale per funzionari amministrativi è stato bandito poco prima dello scoppio della pandemia, mediante FORMEZ, e avrebbe dovuto dare una prima boccata di ossigeno (piccola, 635 funzionari che quasi in nessuna realtà territoriale avrebbero almeno colmato le fuoriuscite per pensionamento degli ultimi 3 anni). Le procedure conclusesi nella scorsa estate non hanno consentito di assumere neanche la metà del personale atteso o perlomeno non nelle regioni del Nord Italia e sono in corso tuttora scorrimenti di graduatoria spesso senza esito. Dopo le sedi Inail della Lombardia, le sedi del Veneto sono quelle che a tutt’oggi non hanno ancora acquisito in servizio tutti i nuovi assunti previsti. Fanalino di coda la sede provinciale di Venezia – con sedi a Marghera e a San Donà di Piave, da poco riqualificata, che ha all’attivo 2 sole assunzioni sulle 7 previste. La sede Inail provinciale di Venezia, copre un bacino di utenza ampio e variegato che spazia dal turismo del centro storico alle attività stagionali balneari di tutto il litorale da Chioggia a Cavallino, da Jesolo a Caorle, senza tenere conto dei distretti produttivi artigianali afferenti all’area vasta della città Metropolitana e al Sandonatese. Oggi la carenza di personale amministrativo sfiora il 40% (e lo supera per la sede di San Donà dove di fatto si ricorre a risorse provenienti dalla sede principale di Marghera per far fronte alle aperture degli sportelli e degli ambulatori medico-legali). Analoghe carenze si registrano nella sede della Direzione Regionale, a Santa Croce, dove sono accentrate peraltro tutte le attività di tipo strumentale della Regione e di coordinamento delle attività sul territorio.
E sul fronte del personale medico le cose non vanno meglio: anche in questo caso, i concorsi conclusi l’anno scorso non hanno portato nessun medico-legale a scegliere le sedi veneziane e si è ancora in attesa di nuovi reclutamenti. È difficile anche il reclutamento dei medici specialisti con rapporto libero professionale che optano spesso per altre amministrazioni.
Il personale è stanco e vive con rammarico lo stato attuale delle cose: in un comunicato oggi trasmesso ai lavoratori delle sedi del Veneto per raccogliere le adesioni allo sciopero proclamato unitariamente da tutte le organizzazioni sindacali dichiarano: “Non siamo contrari al fatto che l’INAIL estenda la platea dei lavoratori assicurati, che aumenti le sue Sedi sul territorio e che investa in prevenzione, perché ogni morto sul lavoro è un problema anche nostro e siamo orgogliosi del servizio di tutela che il nostro Ente offre al mondo del lavoro. Ma abbiamo bisogno di nuove risorse, di procedure informatiche che non si blocchino o rallentino mettendoci in imbarazzo dinanzi all’utenza e di essere considerati dai nostri vertici come un capitale umano su cui investire e non solo da spremere”. La nostra preoccupazione – continuano - è che se andiamo avanti di questo passo, non saremo più in grado di fornire un servizio dignitoso e all’altezza dell’Ente a cui apparteniamo”.
Venerdì 21 aprile, dalle ore 11:42 pertanto, i servizi presso le sedi dell’INAIL potrebbero non essere pienamente garantiti.