Venezia 18 maggio 2020 – Nella giornata di oggi abbiamo raccolto i frutti di un lavoro sul quale ci siamo spesi molto con l’obiettivo di riconoscere un premio economico straordinario alle migliaia di lavoratori della sanità veneta che in questi mesi sono stati in prima linea nel contrasto all’emergenza covid-19.
Siamo molto soddisfatti – affermano i Segretari Generali di FP CGIL – CISL FP - UIL FPL del Veneto Ivan Bernini, Marj Pallaro e D’Emanuele Scarparo - non solo per i contenuti dell’accordo, ma anche per il metodo con cui ci siamo arrivati. Un lavoro unitario, di squadra, che ci ha consentito di agire sia sul livello nazionale per emendare alcune parti del decreto legge originario rendendo possibile alle regioni l’utilizzo di risorse per premiare i lavoratori, sia a livello regionale nel rivendicare le risorse aggiuntive e nel proporre un accordo per la loro distribuzione.
Abbiamo previsto di remunerare l’impegno del personale direttamente coinvolto nei reparti e nei servizi Covid nel periodo dell’emergenza, ma anche di considerare coloro che, pur non operando in strutture Covid-dedicate, hanno fornito un supporto necessario e indispensabile a queste attività.
Un premio di € 1.200 ai lavoratori direttamente coinvolti, al quale si aggiungono indennità economiche contrattualmente previste, consentono di remunerare l’impegno che i lavoratori hanno avuto in questa fase. Soldi che i lavoratori vedranno in busta paga già nei mesi di giugno/luglio. In più abbiamo convenuto, una volta liquidati questi importi e con contezza di spesa sostenuta, di regolare a livello di singole aziende l’ulteriore identificazione e remunerazione del personale coinvolto a supporto delle attività covid. Le somme a disposizione sono significative: 60.932.640 euro per i complessivi 56.501 lavoratori della sanità veneta. Una cifra importante che non può che rappresentare il punto di partenza per un giusto e doveroso riconoscimento nel rinnovo del Contratto Nazionale.
Nell’assegnazione del premio non abbiamo voluto fare distinzione tra profili professionali proprio perché le risorse stanziate da Stato e Regione sono state messe per remunerare l’impegno profuso da parte di tutto il personale coinvolto nell’emergenza Covid19. I lavoratori che in questi mesi hanno lavorato fianco a fianco, indipendentemente dal profilo professionale, hanno sviluppato forte legame e solidarietà tra loro. Sarebbe stato sbagliato rompere quella solidarietà attraverso un accordo che avesse diviso a posteriori anziché unire. I primi a chiederci di non fare operazioni di divisioni economiche tra medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici che hanno lavorato fianco a fianco sono stati proprio i lavoratori.
Chiuso l’accordo economico non viene meno il nostro impegno, che è priorità di sempre, di monitorare e rivendicare che ai lavoratori siano garantite le massime condizioni di sicurezza sul lavoro. Perché vogliamo essere tutti ottimisti ma dobbiamo aver chiaro che seppure i dati della diffusione del virus stanno scendendo l’emergenza covid-19 non è affatto finita. E basta un niente per ritrovarci nelle condizioni di partenza. Situazione che dobbiamo scongiurare e che richiede la massima responsabilità da parte di tutti.
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