Se non si inverte rotta il sistema salta
Venezia, 17 maggio 2023 - L'esperienza pandemica attraversata ha sollevato il velo di ipocrisia che per più di vent’anni ha annebbiato la visione delle classi politiche e dirigenziali che si sono succedute al governo del Paese, della Regione, delle Aziende Sanitarie. Ma a quanto pare a poco è servito.
In Sanità si è creato un meccanismo perverso nel quale il SSN sempre in deficit è divenuto, paradossalmente, finanziatore del Sistema Privato che sulla salute ha fatto profitto senza rischio d’impresa. Gli utili al privato e il debito allo Stato.
Oggi l’ultimo report di “Azienda Zero” dice che in Veneto sono 232.952 le prestazioni di specialistica ambulatoriale in “galleggiamento”.
In Ulss 3, dati “Azienda Zero” della settimana scorsa, i “galleggiamenti” risultano essere omnicomprensivamente 37.757 nonostante le dichiarazioni della Direzione che rivendica l’efficace andamento del recupero delle Liste d’Attesa scaricando sui MMG la responsabilità di un ipotizzato eccesso di Prescrizioni.
«Meglio sarebbe evitare di costruire una narrazione che confonde la realtà e concentrarsi sull’affrontare seriamente le questioni, ad esempio costituendo un Tavolo di Crisi che coinvolga Istituzioni, Organizzazioni Sindacali e Associazioni come chiediamo da anni – dichiara Cristiano Zanetti, Fp Cgil - Perché, conseguenza di questo stato delle cose è che la cittadinanza è costretta a rivolgersi al privato, quando disponibile, per trovare risposte alle proprie necessità di salute. Questo per quella parte di popolazione che ha la “fortuna” di potersi permettere il “lusso” di pagarsi le cure, perché chi non può rinuncia a curarsi; dramma che spesso si consuma nel silenzio e nella solitudine».
«Quella veneziana è una delle realtà che si trova già oggi nell’incapacità dell’ULSS di rispondere ai bisogni di salute della popolazione – spiega Zanetti - Mancano all’appello centinaia di Operatori tra Medici, Infermieri, OSS, Tecnici e Amministrativi. Solo tra i Sanitari del Comparto mancano più di 600 Operatori, senza contare il Personale mancante per le assenze supplibili come maternità, malattie lunghe e aspettative.
Si stanno pensando soluzioni “tampone”, ma a nostro avviso, si devono individuare e programmare soluzioni strategiche strutturali, perché non ci troviamo semplicemente di fronte ad una contingente emergenza ma alla manifestazione di segni e sintomi che preannunciano il “crollo di una diga”».
Per il sindacato è necessario un incremento strutturale del Fondo Sanitario Nazionale e non è più rinviabile un Piano Straordinario di Assunzioni e di stabilizzazione del Personale precario. Piano che dovrà prevedere la rimozione di tutti quegli ostacoli gestionali e organizzativi, la cui persistenza ne comprometterebbe l’efficacia, ridisegnando un nuovo orizzonte di carriera per chi compie la scelta di lavorare nel Pubblico.
«L'approccio ideologico neoliberista degli ultimi 20 anni ha imposto la monocultura del contenimento della spesa pubblica nell’ottica della aziendalizzazione delle funzioni pubbliche con l’esito dell’impoverimento quantitativo e qualitativo dei Servizi Pubblici in favore della privatizzazione spacciata per efficientamento. Ma alla luce dei fatti ha consolidato una diseguaglianza sociale che non ha precedenti nel nostro territorio» conclude.