L’art. 38 della Costituzione prevede che enti come l’INAIL siano deputati a prevedere ed assicurare mezzi adeguati alle esigenze di vita dei lavoratori in caso di infortunio e malattia professionale.
In Veneto, i dipendenti dell’INAIL non sono messi nelle condizioni di poter assicurare la miglior tutela del cittadino perché, come sempre, oltre alle dotazioni informatiche non funzionanti, la desolazione delle dotazioni organiche sconta anni di mancate assunzioni e scelte politiche scellerate, da cui è scaturito un percorso di mobilitazione del personale.
Vi sono sedi del Veneto, come quella di Venezia Terraferma e Direzione Regionale in cui si registrano scoperture del 40% di personale e, nonostante vi sia una graduatoria nazionale in vigore da cui si potrebbe attingere chiedendo la disponibilità, per il profilo amministrativo, a scegliere le sedi del Veneto, l’INAIL ha deciso di utilizzare le risorse economiche già autorizzate, per bandire concorsi regionali di poche esigue unità (in totale 139 unità di cui solo 9 da destinare in tutto il Veneto) che comporteranno nuovi costi, dispendio di tempo e non colmeranno le carenze di personale.
I risultati fallimentari dei concorsi banditi su base regionale in Veneto sono noti negli ultimi anni, non arrivando neanche alla copertura dei posti messi a concorso. Le specificità del territorio Veneto e di Venezia debbono essere prese in considerazione al fine di prevedere un’incentivazione alla completa copertura delle dotazioni organiche, tenuto conto dei costi che occorre sostenere e dei salari inadeguati a sopravvivere in una regione in cui il costo della vita è sempre più elevato e con affitti in aumento (ad esempio il costo medio di un alloggio in provincia di Venezia è passato da 9 a 15 euro al metro quadro, ciò significa che per 80 metri quadri bisogna mettere in conto 1.192 euro al mese).
Le peculiarità delle prestazioni dell’INAIL e dei servizi in Veneto richiedono che si avvii un piano straordinario pluriennale di assunzioni in tutti i profili professionali di cui si dispone, compresi i suoi ispettori.
È necessario acquisire nuove professionalità e competenze al passo con i tempi, senza più appaltare a terzi funzioni essenziali per il servizio reso, per il quale vanno trovate nuove risorse da destinare al fondo risorse decentrate per riqualificare il personale in forza e garantire un piano di formazione permanente dello stesso.
Altro che “posto figo”, più che un posto fisso è un blocco fisso delle assunzioni, dei salari, della sicurezza sul lavoro! Siamo arrivati al punto in cui lo Stato stesso boicotta il servizio pubblico, per questo è importante tracciare la via maestra per la salvaguardia della nostra Carta Costituzionale.