Venezia, 3 gennaio 2024 - L’andamento delle nascite nel territorio dell’Ulss Serenissima segna da diverso tempo un calo dovuto sicuramente alla diminuzione di nuovi nati, ma anche a scelte che incidono sulle famiglie del nostro territorio.
Venezia, 3 gennaio 2024 - «Nessuno può nascondere il calo demografico in atto ma ci sono elementi che però sono frutto di decisioni assunte dalle Istituzioni e dalla Regione» - affermano Daniele Giordano (Segretario generale Cgil Venezia) e Marco Busato (Segretario generale Fp Cgil Venezia)
La questione indubbiamente più lampante è la chiusura del punto nascite di Dolo, avvenuta con il Covid, che rappresenta un errore confermato dal fatto che quei parti, in una misura sempre maggiore, sono andati in territori limitrofi fuori dall’area veneziana.
«Come Cgil e Fp abbiamo contestato quella scelta e continuiamo a ritenere che abbia impoverito il territorio della riviera, determinando il fatto che molte famiglie si sono rivolte a Padova» rimarcano Giordano e Busato.
Dobbiamo però sottolineare come il tema del personale in un ambito tanto importante e delicato non sia irrilevante.
«È bene ricordare – spiegano i sindacalisti - come nel nostro territorio ci siano strutture che non garantiscono un anestesista dedicato alla sala parto, Venezia Civile ad esempio, e allo stesso modo in molte strutture vi sia un continuo cambio di personale.
Questo riguarda in particolare il fenomeno dei medici a gettone che di certo non rappresentano una situazione di stabilità che cercano le donne e le famiglia in un momento così importante».
La stessa carenza di diverse figure professionali che riguarda l’area materno infantile di certo contribuisce al fatto che strutture come quella di Treviso o di Padova siano valutate come un’alternativa possibile.
«Sicuramente il calo delle nascite non si risolve solo con gli annunci e le promesse, servono politiche per la famiglia e l’infanzia diverse ma serve anche investire in questi ambiti garantendo personale preparato, adeguato nel numero e con servizi e presa in carico delle donne e delle famiglie in maniera costante» concludono.