Importante aumento complessivo delle retribuzioni: 12%, il più alto mai registrato nel settore. Stefano Bagnara, Fp Cgil: occasione per dare nuova dignità ad un settore che spesso viene visto dalle Amministrazioni Pubbliche come lo strumento per abbattere costi di gestione.
Venezia, 6 marzo 2024 - Il 5 marzo è stato siglato il rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, che coinvolge oltre 400.000 lavoratori in tutta Italia. La firma arriva dopo una lunga trattativa sviluppatasi nel corso del 2023 e fa seguito all’ipotesi di accordo siglata il 26 gennaio scorso. A tale accordo è seguita una grande consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori interessate/i, che ci ha visti impegnati in oltre 100 assemblee nel Veneto, con quasi 2.000 lavoratori e lavoratrici che si sono espressi quasi unanimemente (99,5%) in favore dell’accordo.
Tra le previsioni contrattuali: un aumento sul tabellare di 120 euro in tre tranche di cui la prima di 60€ con decorrenza dal primo febbraio 2024; l’introduzione della 14 esima mensilità nella misura del 50% che inizierà a maturare dal primo gennaio 2025, per un aumento complessivo delle retribuzioni del 12%, in assoluto il più alto mai registrato nel settore. Alla parte relativa alla retribuzione tabellare, si affianca il pagamento della maternità obbligatoria al 100%; l’incremento al 25% della clausola di stabilizzazione per il personale a tempo determinato; la costituzione di uno specifico osservatorio paritetico a livello nazionale e regionale su congruità, trasparenza e legalità degli affidamenti.
«Nell’esprimere grande soddisfazione per il risultato ottenuto e per l’espressione del voto delle lavoratrici e dei lavoratori interessati – dichiara Stefano Bagnara, Segretario Fp Cgil Veneto - non si nasconde la preoccupazione per alcune dichiarazioni e “movimenti” delle parti datoriali avvenute già durante la trattativa, con alcuni grandi gruppi che hanno minacciato, ancor prima della firma, la non applicazione integrale dell’accordo o la fuoriuscita dal CCNL per applicarne altri meno onerosi. Ci auguriamo che siano state solo schermaglie aventi lo scopo di influenzare al ribasso la trattativa, ma non vorremmo trovarci, come già in passato, nella situazione per la quale, dopo la firma del contratto nazionale, le associazioni di rappresentanza delle cooperative sociali cerchino di evitarne o ridurne l’applicazione tramite accordi regionali o territoriali, ai quali siam stati e saremo indisponibili».
«A distanza di cinque anni dal precedente rinnovo e con un’inflazione che ha eroso pesantemente il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori aventi retribuzioni non certo elevate, non è tempo di chiedere ulteriori sacrifici a chi lavora e vigileremo attentamente sull’applicazione di quanto stabilito dall’accordo» avvisa Bagnara.
«Ci si augura, infine, che il rinnovo del Contratto nazionale sia l’occasione per dare nuova dignità ad un settore che spesso viene visto dalle Amministrazioni Pubbliche come lo strumento per abbattere costi di gestione, tramite il sistema degli appalti, scaricando il peso del risparmio sulle spalle di chi lavora, mortificandone la grande valenza sociale. Vala la pena ricordare la condizione di assoluta precarietà che vivono, ad esempio, le lavoratrici e i lavoratori dell’assistenza scolastica ai ragazzi con disabilità, che dentro un meccanismo di esternalizzazioni e appalti, vivono il disagio di una condizione per la quale la stessa retribuzione mensile non è sempre garantita, poiché legata alla presenza in classe dell’alunno e sulla quale si registra l’indifferenza delle amministrazioni, quella Regionale in primis, impegnate soprattutto a ridurre i costi piuttosto che valorizzare adeguatamente il lavoro» conclude.