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Bernini (FP Cgil Veneto): «Abbiamo presentato proposte di emendamento al progetto di legge per gli ATS per garantire le tutele giuridiche ed economiche ai lavoratori».

Venezia, 26 marzo - A distanza di un anno dalla presentazione della proposta di legge sull’organizzazione degli Ambiti Territoriali Sociali (A.T.S.), ha preso avvio concretamente l’iter in Consiglio regionale. La Funzione Pubblica CGIL, di concerto alla Confederazione CGIL, ha presentato in sede di audizione una serie di richieste.

Nel momento in cui il progetto di legge ha preso forma concretamente, si sono confermati diversi elementi di criticità che sono stati oggetto della nostra richiesta di integrazione alla norma. L’obiettivo, frutto di assemblee con i lavoratori molto partecipate, è quello di dare garanzie al rapporto di lavoro dei dipendenti che verranno assegnati agli ambiti.

Ivan Bernini, Segretario generale FP Cgil Veneto: «Con la previsione di costituzione giuridica degli ATS in Consorzi o in Aziende Speciali, abbiamo chiesto come integrazione che sia prevista la possibilità di scelta da parte dei Comuni dell’ambito di costituirsi in Unione dei Comuni. I “nuovi contenitori” confermano infatti tutte le caratteristiche tipiche di qualsiasi Ente della Pubblica Amministrazione, ma non per quanto riguarda i rapporti di lavoro. Tutta la giurisprudenza prodotta nel corso degli anni definisce chiaramente che con il passaggio del lavoratore dipendente al Consorzio o all’Azienda Speciale (per effetto della cessione di ramo di attività da parte dell’Ente Locale o delle Ulss), il lavoratore non è più un dipendente pubblico, ma diventa a tutti gli effetti un dipendente del settore privato. Ciò significa che ci potrebbero essere serie ed importanti ricadute sul contratto applicato – e quindi sulla retribuzione e sugli aspetti normativi – e sulle possibilità lavorative future, nel caso in cui, ad esempio, quel lavoratore voglia operare mobilità verso enti delle PPAA. Non proprio tra le prospettive migliori per una platea ampia di persone che hanno fatto un concorso ed hanno investito formazione e lavoro all’interno dell’Ente Locale».

«Per queste ragioni abbiamo chiesto a tutte le forze politiche che si apprestano a discutere la legge di considerare e recepire il nostro emendamento – continua Bernini – Oltre a dare avvio agli ATS, si considerino parallelamente anche le legittime aspirazioni di chi sarà chiamato a fare funzionare tali Enti: tante lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno garantito la famosa integrazione sociosanitaria con la loro progettualità ed il loro lavoro, e che non meritano di perdere tutto quello che hanno conquistato in questi anni». 

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