Venezia, 8 aprile 2024 - Questa mattina abbiamo sottoscritto il verbale di confronto con la Regione Veneto sulla regolamentazione delle prestazioni aggiuntive del personale sanitario del comparto finalizzate all'abbattimento delle liste di attesa, alla riduzione delle esternalizzazioni e per far fronte alla carenza di organico.
Come noto, la Legge finanziaria (art 1 comma 219 della Legge 56/2023) ha messo a disposizione 80 milioni di euro a livello nazionale.
Per il Veneto si tratta di 6.584.000 di euro che sono stati ripartiti alle aziende sanitarie secondo lo schema allegato che considera due criteri:
il 75% in base all'incidenza del personale del comparto in servizio;
il 25% in base al peso attribuito al Piano Operativo sul recupero delle liste di attesa presentato alla regione dalle singole aziende.
La tariffa è stata stabilita in 50 euro orari. Tariffa che potra' essere oggetto di revisione dopo il primo semestre del 2024.
Previsto anche il confronto aziendale finalizzato al monitoraggio dell'utilizzo delle risorse.
Rimangono aperte alcune criticita che non è stato possibile gestire a livello regionale: tariffe diverse per prestazioni uguali. Infatti la tariffa dei 50 euro potrà, secondo la normativa nazionale, essere riconosciuta solo al personale rientrante nei Piani Operativi per il recupero delle liste cioè le prestazioni specialistiche ambulatoriali, mentre per il recupero di prestazioni non tracciate (vedi sale operatorie) rimarrà la tariffa fissata da ogni azienda che va dai 30 ai 35 euro all'ora.
Un vero caos per i lavoratori.
Per questo serve un riordino nazionale della materia che, peraltro, inserisca anche figure professionali come gli OSS che oggi contribuiscono senza alcun riconoscimento normativo.
Tra le criticità, a parere della Fp Cgil Veneto, va sottolineato come il legislatore nazionale abbia blindato le risorse destinate ai dipendenti del SSR per il recupero delle liste di attesa (in Veneto 16.460.000 euro per i medici e 6.584.000 per il comparto) e destinato le rimanenti, per arrivare allo 0,4% (circa 45 milioni) del Fondo sanitario regionale al privato accreditato che ha già sottoscritto gli accordi contrattuali con le aziende sanitarie per il recupero delle liste. Ovviamente dove la parte del leone la fanno le prestazioni di diagnostica per immagine che in Veneto hanno tariffe molto molto generose.