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Comunicato stampa


ULSS 3 SERENISSIMA: PERSONALE DA TUTELARE E VALORIZZARE, ECCELLENZA CHE VA SALVAGUARDATA. È UN OBIETTIVO SOLO PER NOI?

Venezia 14 giugno 2024 - La Fp Cgil considera l’Ulss 3 Serenissima un patrimonio pubblico importante, complesso alla pari di altre Ulss ma con peculiarità non indifferenti vista la sua copertura in un territorio ampio e diversificato, e lo considera tra le eccellenze nella realtà veneta.

«È proprio a partire da queste ragioni che abbiamo a cuore che le eccellenze esistenti continuino ad esserlo e che diventino esempio per quei servizi che stentano. Affinché ciò avvenga serve investire e molto su coloro che rendono possibile tutto questo: i lavoratori e le risorse economiche» dichiara Ivan Bernini, Segretario Generale Fp Cgil Venezia.
«Ancora nel mese di novembre – spiega Bernini - assieme a tutte le federazioni della FP CGIL del Veneto abbiamo consegnato in Regione oltre 20.000 firme raccolte tra lavoratrici e lavoratori per chiedere un piano straordinario di assunzioni consapevoli che, dopo i decreti emergenziali legati alla pandemia, saremmo ritornati indietro. Nulla di quello che era necessario fare è stato fatto. Il Governo ha mantenuto i limiti alla spesa, i limiti alle assunzioni, i limiti al salario. L’ultimo inutile provvedimento, quello sulle liste di attesa, scrive quello che si deve fare ma “ad invarianza di risorse per la finanza pubblica”: si scaricano sulle Aziende Ulss e sui lavoratori le responsabilità di garantire servizi essenziali senza dar loro gli strumenti per farlo. E si chiede alle Ulss, oltre che di far funzionare i servizi che ci sono, di attivarne di nuovi. Oltre una lamentazione da parte della Regione rispetto alle norme esistenti assumiamo il fatto che il Governo non l’ha evidentemente ascoltata».

«L’Ulss 3 Serenissima, oltre a garantire “l’ordinario” deve anche garantire qualcosa in più, - prosegue il Segretario della Fp Cgil di Venezia - pensiamo ai 43 progetti che da giugno a settembre vengono attivati nell’ambito di “Vacanze Sicure” considerando l’attrattività di un territorio a forte vocazione turistica che porta a raddoppiare le presenze nella città e nel litorale. E lo deve fare in una situazione già presente di carenza di personale».
«Quella che facciamo è una stima molto provvisoria - continua Bernini - anche perché, oltre a considerare il fabbisogno che l’Ulss deve determinare ogni tre anni con aggiornamenti annuali, noi consideriamo già deficitari gli standard individuati dalla Regione nel calcolare le dotazioni del personale. Non mancano solo medici ed infermieri che sono fondamentali nella cura e nell’assistenza ma siamo carenti anche di quelle figure professionali che sono determinanti nella prevenzione, nella riabilitazione e nella gestione dell’amministrazione: figure fondamentali nella filiera della salute».

Si fa fatica a trovare professionisti? In parte il tema è noto. Ma poi nell’Ulss 3 abbiamo graduatorie che si utilizzano a rilento:
Infermieri: 284 in graduatoria e ci risultano chiamati un centinaio circa.
Operatori Socio Sanitari: 415 in graduatoria, chiamati in 245 e la Regione, come nulla fosse, oltre a un parziale incremento dei posti che l’Ulss potrà assumere fa scadere la graduatoria per spendere soldi con un nuovo concorso. Noi, per esempio, riteniamo che ne servirebbero da subito almeno altri 130.

Mancano educatori, tecnici della prevenzione, tecnici di radiologia e di laboratorio, personale amministrativo sul quale, peraltro, la nuova Direzione si è trovata a risolvere un “pasticcio” legato al precedente appalto. Perché non si assumono intanto quelli che un concorso lo hanno fatto e aspettano di essere chiamati? Ragioni note: perché i limiti alla spesa ed alle assunzioni non lo consentono e la Regione autorizza con il bilancino. Poi, però, siccome i limiti non si sono mai messi alla voce “acquisto di beni e di servizi” si va avanti ad esternalizzare.
«Noi pensiamo che, siccome il “contenimento della finanza pubblica” si è scaricato sui servizi, sulle condizioni materiali di chi lavora, e porta inevitabilmente ad un arretramento dei servizi sociosanitari con una occupazione del vuoto da parte dei privati, è oggi e adesso il momento di assumere tutti oltre la spesa perché senza personale non c’è salute per i cittadini e non c’è “cura di chi cura”, cioè dei lavoratori. Che i miracoli li hanno fatto per anni ma che oggi non reggono più» conclude Bernini.