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Urgente fare chiarezza a fronte dei 15.000 infortuni nella sola provincia

Venezia, 30 luglio - Quanto viene a galla rispetto ad un utilizzo dello SPISAL a vantaggio di affari personali, rappresenta una delle pagine più cupe di quello che in questi giorni emerge dall’inchiesta veneziana.Da anni il Sindacato - dichiarano Daniele Giordano, Segretario generale CGIL Venezia e Ivan Bernini, Segretario generale FP CGIL Venezia - denuncia la forte carenza di organico dello SPISAL, inadeguato soprattutto rispetto ad un Territorio ampio come quello dell’Area Metropolitana di Venezia.

Se c’è un tema caldo nella nostra provincia, è quello che comprende i 15.374 infortuni denunciati (record degli ultimi anni) nel 2022, di cui 18 con esito mortale e 995 gravi (con menomazioni permanenti).Il solo dubbio che le poche risorse a disposizione possano essere state pilotate a scopo “punitivo”, apre ad almeno due riflessioni urgenti nel merito dell’inchiesta. Da un lato - proseguono Giordano e Bernini - per la sicurezza di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori è necessaria la massima trasparenza. Serve al più presto chiarezza, se sia fondata la notizia o se si tratti di dichiarazioni estemporanee dell’Assessore Boraso.

La nostra preoccupazione deriva anche dall’assordante silenzio dell’ULSS che di fronte a diverse notizie in cui si cita un uso improprio e personale dello SPISAL, non sente la necessità di smentire fatti gravissimi, anche per difendere l’onorabilità delle proprie lavoratrici e lavoratori.Questo episodio rende ancora più chiara la posizione della CGIL rispetto alla vicenda, che ha prodotto gravi danni a cittadini, imprese e amministratori onesti, ma che più di tutti colpisce lavoratrici e lavoratori.

La sovrapposizione di interessi pubblici e privati, e il sospetto che questi ultimi siano addirittura stati prevalenti, assieme a quanto ribadito dall’Assemblea Generale del Sindacato - concludono Giordano e Bernini - come la mancanza di visione per il Territorio, l’assenza di progetti per il PNRR, strategie e investimenti per Porto Marghera, politiche ambientali, turismo, residenza e welfare, non possono che avere come conseguenza un passo indietro dell’Amministrazione, necessario per fare chiarezza su quanto sta emergendo senza rischiare una paralisi della Città.