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Il 23 settembre si fermeranno anche in Veneto per lo sciopero nazionale i lavoratori delle 27 strutture Ospedaliere accreditate con la Regione Veneto per la gestione di 3.264 posti letto (+ 146 rispetto al 2019) sui 14.519 totali. Si tratta di oltre 8.000 lavoratori in Veneto che non vedono rinnovato il loro Contratto Nazionale di Lavoro dal 2019. Oltre 6 anni di mancato rinnovo, con un’inflazione alle stelle, che penalizza pesantemente le condizioni di lavoro e quelle economiche per migliaia di lavoratori dipendenti.

Un ritardo inaccettabile e un posizionamento delle due Associazioni di rappresentanza datoriale ARIS ed AIOP che lascia basiti lavoratori ed Organizzazioni Sindacali per le argomentazioni ai limiti dello “sfacciato” che utilizzano per giustificare il mancato rinnovo. Va chiarito che a differenza di altre parti datoriali Aiop e Aris non hanno nemmeno mai aperto un tavolo negoziale per affrontare la trattativa.

Le parti datoriali stanno sostanzialmente utilizzando i lavoratori, non rinnovando loro il contratto, per una negoziazione con lo Stato: un vero e proprio ricatto sia nei confronti di chi lavora sia nei confronti dello Stato e delle Regioni.

Aiop, in particolare, sta subordinando l’apertura dei tavoli per il rinnovo a tre richieste avanzate

(formalizzandole) al Ministro Schillaci:

  1. Che le coperture economiche legate all’incremento della spesa del personale in caso di rinnovo siano direttamente pagate dallo Stato;

  1. L’incremento delle tariffe sulle prestazioni ferme ancora al 2012;

  2. L’eliminazione o l’innalzamento dei volumi di attività erogati dal privato.

Che un soggetto privato, per quanto convenzionato, chieda sia lo Stato a pagare direttamente gli incrementi del contratto è un qualcosa che non serve definire o commentare.

Sul tema delle tariffe i primi a non volerle ridefinire sono state proprio le associazioni Aiop ed Aris all’indomani della definizione delle nuove tariffe della specialistica ambulatoriale (DM 23.6.203 frutto di una commissione di esperti con l’analisi di ricavi e costi delle strutture durata 4 anni) si sono subito adoperate per chiederne ed ottenerne il rinvio da gennaio ad aprile 2024 e da aprile a dicembre 2024.

Peccato perché le nuove tariffe, se applicate, avrebbero fatto risparmiare alla Regione Veneto (e ai cittadini) un sacco di soldi (la Commissione stima circa 150 milioni) visto che il Veneto paga i privati profumatamente dal 2013 grazie a quelle due righe inserite nel DM del 2012 che ha consentito alle Regioni di aumentare con risorse proprie le tariffe nazionali. Parliamo di diagnostica per immagini. Un affarone gigantesco che ha visto il Veneto al centro di investimenti massicci in strutture private. Investimenti alimentati alla grande proprio dalle tariffe che, a naso, non sembrano poi così misere.

Il 23 settembre sciopereranno anche i lavoratori delle strutture extraospedaliere che applicano i Contratti Collettivi Nazionali di lavoro AIOP-RSA ed ARIS RSA. Due contratti NON RINNOVATI da oltre 12 anni e che le due Associazioni Datoriali si erano impegnate a riunificare (in un unico Contratto di settore) e a rinnovare entro il mese di giugno 2024. NULLA è avvenuto.

Anche qui lo stesso disco: “vogliamo risorse dalle regioni”.

Di fronte all’arroganza ed alla spregiudicatezza delle parti datoriali inevitabile lo sciopero.

Se poi Stato e Regioni intendano avallare questi comportamenti è un problema. Perché deve essere chiaro che pensare di continuare a fare profitti scaricando i costi sulle casse pubbliche non è né sostenibile né responsabile.

PRESIDIO DAVANTI ALLA CASA DI CURA DI ABANO TERME
dalle ore 10.00 alle ore 12.00

Il presidio davanti alla Casa di Cura di Abano Terme è stato deciso a seguito del comportamento della struttura che ha rimosso dalle ringhiere le bandiere di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL durante lo stato di agitazione e non ha convocato, al pari di altre strutture, le Organizzazioni Sindacali che avevano chiesto l’incontro per la definizione dei minimi assistenziali in caso di sciopero.

Una grave violazione che non lasceremo passare.

Rassegna Stampa