Esclusi Regione e Enti strumentali, intervenga il Consiglio Regionale!
Rivolgiamo un appello al Consiglio Regionale che proprio in queste ore sta discutendo del proprio bilancio: siete ancora in tempo a presentare almeno una mozione che chieda al governo di ritirare il blocco del turn over anche per Regione ed Enti strumentali. Fatelo, perché se confermato il blocco pregiudicherà per i prossimi anni la possibilità di assumere personale e con esso la possibilità di intervento su funzioni fondamentali
Tra le ragioni dello sciopero effettuato da CGIL e UIL c’era anche la richiesta di eliminare il blocco del turn over negli Enti della Pubblica Amministrazione già sotto pressione dopo i tagli introdotti dalla Legge di stabilità dell’anno scorso e reiterati nel disegno di legge per il 2025.
Il blocco del turn over, cioè la possibilità di assumere personale rispetto a quello cessato l’anno precedente, determina un ulteriore colpo al funzionamento del sistema dei servizi a cittadini e imprese già in evidente sofferenza – afferma Ivan Bernini segretario generale FP CGIL Veneto – e le notizie dell’eliminazione del blocco per gli Enti Locali che andranno confermate dal testo paiono comunque escludere altri Enti che sono fondamentali al funzionamento dell’intero sistema delle autonomie.
Intanto non è assolutamente chiaro se anche negli Enti Locali l’eliminazione del blocco sarà totale o riferibile ad alcuni profili professionali.
A questo si aggiunge che gli Enti territoriali, per esempio Regione ed enti strumentali, saranno interessati al blocco: esattamente quegli enti che oltre a coordinare attività gestiscono direttamente importanti funzioni a cittadini e imprese. Basti pensare alla attività legate ai progetti, allo sviluppo ed alla rendicontazione di risorse dei fondi europei, alla sanità e al sociale, al lavoro attraverso i centri per l’impiego che dopo “l’eliminazione” delle Province sono in capo ad un ente strumentale qual è Veneto Lavoro.
“Incredibile che dopo aver manifestato preoccupazione per la tenuta del sistema e per la graduale disaffezione alla partecipazione ai concorsi, all’accettazione degli incarichi post concorso ed alla fuga del personale verso enti pubblici e soprattutto privati più attrattivi dal punto di vista economico, le Regioni – alla pari di ANCI e UPI – non si siano opposte con determinazione a questa previsione” - conclude Bernini.