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Mestre, 29 gennaio 2025 – Il tentativo di aggressione al personale sanitario del Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni e Paolo” di Venezia, fortunatamente sventato grazie all’intervento di un agente fuori servizio, è l’ennesimo episodio di violenza ai danni proprio di coloro che si prendono cura della salute delle persone.

Subito dopo l’emergenza pandemica il Parlamento ha legiferato contro le aggressioni al personale della sanità e nel corso del 2024 ha ulteriormente inasprito le sanzioni prevedendo anche l’arresto in flagranza e la detenzione – spiega Ivan Bernini segretario generale FP CGIL di Venezia – ma tuttavia il fenomeno non pare attenuarsi.

Nel corso degli anni l’Azienda ha previsto la formazione per il personale destinata al “difendersi dalle aggressioni fisiche e verbali” e messo a disposizione dei lavoratori vittime di aggressioni un supporto psicologico, segnale certamente di attenzione e di riscontro di un problema che è diventato emergenza. Il punto, continua Bernini, è che gli episodi sono in continuo aumento tanto nei luoghi di primo accesso ai servizi sanitari (i pronto soccorso) che nei reparti e servizi dove in maniera preponderante sono crescenti le violenze verbali. Spesso chi compie violenza o assume atteggiamenti aggressivi sono “persone note”, già conosciute perché fruitori di cure (per disagi comportamentali, psichici o per dipendenze). I disagi di questa natura, però, sono in aumento sia tra i giovanissimi che tra le persone in età adulta e ci chiediamo se vi sia una correlazione tra l’incremento di taluni disturbi ed il sottodimensionamento dei servizi che servono proprio a sostenere queste persone. Sottovalutazioni di comportamenti non colti proprio a partire da coloro che in questi anni hanno tagliato risorse e personale da dedicare ai servizi che si occupano di prevenzione.

Al di là di queste valutazioni e considerando il contesto pensiamo come Sindacato che nel capitolo “salute e sicurezza” debba rientrarci a pieno titolo questo fenomeno. Ci amareggia, conclude Bernini, che proprio chi si prende cura delle persone sia soggetto a questi episodi, non bastassero i problemi di lavoro e di incremento dei carichi che debbono affrontare quotidianamente. Continuiamo a pensare che lavorare sulla prevenzione sia e rimanga un fattore decisivo ma di fronte a questa intolleranza e violenza crescente il lavoratore ha diritto di sentirsi protetto e sicuro nell’esercizio del suo lavoro. Se è vero che non possiamo immaginare di militarizzare la società e i servizi è altrettanto vero però che garantire almeno per ogni presidio ospedaliero, per ogni pronto soccorso un posto stabile di pubblica sicurezza pare diventato ineludibile. Sono anni che si parla di questo e oltre agli impegni ed alle parole non si concretizza questa possibilità. E’ tempo di farlo.