Venezia, 20 febbraio 2025 - Gli interventi previsti per l’Ospedale Civile di Venezia rappresentano un’opportunità importante. Investimenti che potrebbero migliorare la qualità della struttura, favorendo anche la formazione e l’attrattività del personale, oggi messa a dura prova dalla posizione logistica e dalle difficili condizioni di lavoro.
Oltre l’80% dei dipendenti dell’ospedale arriva dalla terraferma, ma trovare un alloggio a Venezia a prezzi accessibili è quasi impossibile. L’Ulss ha messo a disposizione alcune camere nella foresteria, ma i costi restano vicini a quelli di mercato, rendendoli sostenibili solo per brevi periodi, e non certo per il personale non dirigente.
Un altro problema è il trasporto. Anche i veneziani che lavorano sull’isola spesso provengono da altre isole o da sestieri lontani e raggiungere il posto di lavoro è una sfida quotidiana. Per parte di coloro che arrivano dalla terraferma, le giornate iniziano prestissimo: sveglia alle 4:30 per iniziare il turno alle 7, trasporto pubblico fino a Piazzale Roma, traghetto – se si riesce a salire – oppure una lunga camminata di 30-40 minuti. E a fine turno, il percorso si ripete al contrario. Un viaggio estenuante che, sommato alle difficili condizioni di lavoro, rende sempre meno attrattivo lavorare a Venezia.
Per queste ragioni, la FP CGIL chiederà alla Regione di riconoscere a Venezia lo status di “area disagiata” e ritiene incomprensibile la decisione dell’Ulss di non ripristinare l’accordo con AVM per garantire corse dedicate ai lavoratori dell’ospedale, come accaduto durante l’emergenza Covid.
Oggi leggiamo che per agevolare i professori universitari verrà garantito il trasporto con Alilaguna da San Giuliano (ricordiamo che i posti messi a disposizioni sono 80) e l’uso della foresteria. Una scelta condivisibile. Ma perché non prevedere misure simili per gli studenti, che non percepiscono nemmeno uno stipendio? E soprattutto, perché non offrire agevolazioni ai lavoratori della sanità, che ogni giorno garantiscono un servizio essenziale?
Il problema non è solo attirare personale, ma anche mantenerlo. Sempre più neoassunti rifiutano l’incarico se assegnati a Venezia, e molti lavoratori già in servizio chiedono il trasferimento in terraferma senza successo. Anche chi vive nelle isole soffre il disagio, ma l’Ulss ha ridotto i supporti per questi lavoratori.
Si è giustamente previsto un servizio di trasporto per i consiglieri regionali e i dipendenti del Consiglio a Palazzo Ferro Fini. Perché non fare lo stesso per il personale sanitario del Civile? Servono risposte concrete per chi ogni giorno si prende cura della salute dei cittadini e dei turisti.