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Venezia, 23 marzo 2023 - Il giorno 24 marzo 2023 nella città di Padova, sede del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, si celebrerà il 206° Anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria. Come FP CGIL abbiamo deciso, in forma di protesta, di non partecipare al predetto evento, anche perché ci sono molte situazioni non risolte.

Come dotazione organica: il Distretto del Triveneto prevede, attraverso un DM del 2017, 2.660 unità di polizia penitenziaria a fronte di una popolazione detenuta presente al 31 gennaio 2023 di 181 donne ristrette e di 3.482 uomini, per un totale di detenuti 3.663, dove la presenza di detenuti extracomunitari si aggira al 54%. va sottolineato che il numero delle unità di polizia è in diminuzione a causa dei pensionamenti e trasferimenti, mentre il numero dei detenuti è in crescita.

Già all’epoca dell’approvazione del suddetto DM, l’organico risultava essere inadeguato al fabbisogno degli Istituti (traduzioni varie, piantonamenti ed altro). Ma non solo, è stata ampliata la capienza del carcere di Vicenza dove si è costruito un nuovo padiglione e si è mantenuta la stessa dotazione organica di prima della costruzione. Nel carcere di Rovigo si sta costruendo un nuovo padiglione per aumentare la capienza di detenuti, ma non si sta cambiando la dotazione organica del personale. In molti Istituti del Distretto mancano funzionari e Dirigenti penitenziari, che reggono dai due ai tre Istituti contemporaneamente.

Turn over inadeguato, poiché non si riesce a coprire i posti vacanti di personale per pensionamento o per trasferimento ad altra sede, che comporta revoca dei riposi settimanali o riduzione di ferie. Piantonamenti ospedalieri, che sottraggono risorse umane all’interno degli Istituti di pena, poiché la maggior parte di essi si svolgono in corsia in mezzo ai malati comuni. Seppur l’ospedale ha un proprio reparto bunker in cui collocare il detenuto ricoverato esso non viene, nella maggior parte dei casi, usato poiché il bunker è situato nella parte opposta in cui si trova il reparto che assiste il detenuto. Non è piacevole avere nella propria camera un detenuto classificato ad alta sicurezza insieme al proprio famigliare oppure vedere in corridoio poliziotti armati e equipaggiati di tutto punto pronti ad intervenire in qualsiasi momento. Purtroppo, questo accade per via di una politica in cui si è ridotto i posti letto e di conseguenza si sono ridotti gli infermieri e i medici, con l’arrivo del covid la situazione è ulteriormente peggiorata.

Assegnazione di detenuti ad alta sicurezza in Istituti non idonei per contenerli e non solo, che sono custoditi all’interno di Istituti considerati di bassa sicurezza, come ad esempio l’Istituto di Rovigo che contiene 100 detenuti ad alta sicurezza ed è classificato bassa sicurezza. Sono in continuo aumento gli eventi critici commessi dai detenuti su se stessi, autolesionismo, da questi verso il personale di polizia, come aggressioni. Questo è dovuta all’alta presenza all’interno delle carceri di detenuti extracomunitari, la maggior parte di essi presentano oltre problemi legati alla tossicodipendenza anche problemi di origine psicologica, fenomeno questo sempre più presente all’interno delle carceri. Il carcere sempre più usato come discarica sociale, infatti sempre più si associa a esso persone con problemi psichiatrici, Belluno ha una sezione apposita di articolazione salute mentale vigilata da poliziotti. La struttura di Belluno oltre ad essere inidonea a contenere questa tipologia di detenuti, poiché non ha molti spazi per la loro riabilitazione, il servizio sanitario di assistenza per questa tipologia di detenuti risulta essere molto deficitario, la sorveglianza di queste persone è affidata alla polizia penitenziaria, che non è formata. Aver a che fare con persone malate psicologicamente, paura di essere aggrediti giornalmente, mancanza di formazione e di strumenti ed altri elementi portano il poliziotto penitenziario a forme di burn out o da stress di lavoro correlato. Da non sottovalutare è il fenomeno dei suicidi tra il personale di polizia penitenziaria, che detiene il primato negativo, insufficienti sono i mezzi posti dall’Amministrazione Penitenziaria per risolvere il problema. Come da non sottovalutare il fenomeno dei suicidi tra i detenuti

Anche il personale dell’unico Istituto Penale Minorile del Triveneto, che è collocato a Treviso, non se la passa bene. Infatti, dopo i fatti accaduti il 12 aprile scorso, dove il personale di Polizia Penitenziaria è riuscito a contenere un tentativo di rivolta, il suddetto Istituto ha riportato gravi danni costringendo il dipartimento di giustizia minorile a chiuderlo temporaneamente. La chiusura temporanea ha fatto si che il personale di polizia penitenziaria viene “sbattuto” da una regione all’altra per svolgere le traduzioni dei minori o per accompagnarli alle comunità. È di questi giorni la volontà da parte del Dipartimento di giustizia minorile di riaprire l’Istituto trevigiano, nonostante che lo stesso sia dichiarato inagibile dall’ufficio competente, inoltre, si stanno ultimando a Rovigo i lavori di ristrutturazione di un vecchio carcere per adibirlo a carcere minorile. Quindi l’urgenza della riapertura di Treviso non ha senso anche perché tra non molto i lavori di ristrutturazione di Rovigo saranno ultimati, ma non solo non si conosce come intenderà a riaprire, poiché vi è un grosso problema di detenuti classificati giovani adulti, incompatibili con la struttura trevigiana che non è idonea a contenerli.

Come Sindacato chiediamo l’apertura di un tavolo che tratti i problemi delle dotazioni di organico, che devono essere discusse a livello locale e non unicamente centralmente a cui adeguare un equo turn over. La riclassificazione di istituti al cui interno siano presenti detenuti di Alta sicurezza. Il carcere non usato come discarica sociale e che i detenuti con problemi psichiatrici non devono essere associati al carcere ma trovata una collocazione più idonee per il loro recupero. Il fenomeno suicidario tra i poliziotti va affrontato con molta accuratezza e investimento di risorse per ridurlo.

Buon anniversario Polizia Penitenziaria.

Il coordinatore Regionale | la segretaria Regionale FPCGIL Veneto Penitenziari FPCGIL Veneto
f.to Gianpietro Pegoraro | f.to Franca VANTO

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