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Mestre, 19 ottobre 2023 – «Tra le priorità che da tempo segnaliamo come categoria sindacale c’è la necessaria rivisitazione e modifica della Legge 264/99 che ha introdotto il cosiddetto “numero chiuso” all’accesso universitario per talune facoltà, tra le quali Medicina e Chirurgia che include tutte le professioni sanitarie e non solo mediche» afferma Ivan Bernini Segretario generale della Funzione Pubblica CGIL del Veneto.

Da questo punto di vista consideriamo importante che tale questione sia oggetto di profonde riflessioni o, come proposto attraverso il progetto di legge statale 42 presentato dal Vicepresidente del Consiglio Regionale, di azioni concrete che quantomeno inducano il legislatore nazionale a non rinviare un serio dibattito parlamentare sul tema.

«Ci pare di poter affermare – prosegue Bernini - a distanza di tanti anni, che parte delle ragioni che taluni ponevano a sostegno del numero chiuso si siano dimostrate assolutamente errate. A partire dalla ragione adottata e ripresa anche recentemente del “rischio di formare più persone di quelle che servono creando esuberi”. La realtà ci dimostra che la domanda di personale sanitario è già oggi notevolmente più alta dell’offerta e sarà destinata ad aumentare nel prossimo futuro. E ci dice, se si vuole essere onesti, che non c’era un problema reale di esuberi ma vi sono state politiche di contrazione della spesa pubblica che nulla avevano a vedere con i bisogni di lavoro e di personale e molto, invece, con la “sostenibilità” dei bilanci dello Stato».

«Siamo ben consapevoli - continua Bernini - che incrementare il numero degli accessi alla formazione universitaria richiede l’incremento anche di aule, attrezzature, laboratori scientifici, personale docente e tecnico, assistenza alla formazione diretta e tutoraggio e quindi finanziamenti; ma si deve scegliere se agire in questa direzione, e quindi iniziare a costruire la possibilità di realizzare questo percorso, o se invece rassegnarsi a peggiorare ulteriormente un quadro già non sostenibile per aziende, lavoratori e tenuta del sistema sanitario e socio-sanitario del Paese».

«È ovvio che il tema dell’accesso è legato anche a diverse questioni che sono già attuali ed andrebbero concretamente affrontate: ampliamento borse di studio, diverse politiche su alloggi e affitti per gli studenti, allargamento di tutele in corso di formazione alla pari del personale dipendente (pensiamo, per esempio alle mense). Ma intanto già affrontare e dare un segnale di un'inversione di tendenza modificando quella norma del 1999 sarebbe già un passo auspicato e necessario» conclude Bernini.

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